ILSOLE24ORE.COM > Notizie Mondo ARCHIVIO

Il ritiro di Chubais, discusso signore del liberismo russo

di Piero Sinatti

Pagina: 1 2 di 2 pagina successiva
commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
30 giugno 2008
Anatoly Chubais (Afp)

Ha messo all'asta la poltrona su cui è restato seduto per dieci anni, fino al 30 giugno 2008: il ricavato andrà ad un'associazione benefica. Parliamo di Anatolij Chubais, 53 anni, economista liberal-liberista e famoso o famigerato artefice delle privatizzazioni degli anni Novanta, e della poltrona che per dieci anni egli ha occupato come presidente esecutivo di Ees, il Sistema Unificato d'Elettricità della Federazione russa, ovvero il monopolio che dal primo luglio cessa di esistere come soggetto giuridico.

Lo smembramento di Ees
Infatti, questa grande holding del settore energetico, controllata dallo stato, è stata dal 2003 ad oggi oggetto di una riforma ideata e realizzata da Chubais su incarico dell'allora presidente Putin, che pur tenendolo a distanza ne ha sempre apprezzato la professionalità e la capacità di lavoro.
Chubais dirigeva Ees dal 1998, l'anno del grande crack finanziario russo, in piena era Eltsin, di cui è stato uno dei più influenti e decisivi collaboratori, con incarichi di primo piano in agenzie statali, governo e amministrazione presidenziale.
La Ees, dopo essere stata in un primo tempo divisa tra società produttrici (generatrici) e società per la distribuzione, successivamente ha subito un ulteriore mutamento: sono state create, dal suo smembramento, venti nuove società: sei grandi società generatrici (Ogk) "all'ingrosso" e costruite su base extraterritoriale e quattordici società, anch'esse generatrici, costruite su basi territoriali. Tutte a capitale privato o misto.

Lo stato ha mantenuto il pieno controllo delle linee di distribuzione (rete), delle centrali idroelettriche, delle centrali termo-nucleari (Aes), più il servizio di controllo centralizzato.
Chubais ha, così, inteso sviluppare sia le capacità di produzione d'elettricità, specie per i crescenti fabbisogni industriali, sia la concorrenza tra i diversi produttori, aprendo nel contempo il settore a una pluralità di investitori, russi e stranieri.
Gli investimenti nel 2007 hanno superato i 500 miliardi di rubli, mentre Chubais ne prevede 4300 nel periodo 2008-2012. Tra gli investitori esteri si annoverano grandi società europee, come l'italiana Enel, la tedesca Eon, la finlandese Fortum.
Gli investimenti, specie quegli esteri, concorreranno, tra l'altro, a modernizzare le tecnologie e a moltiplicare le capacità produttive del settore, che è ancora quello concepito e realizzato in era sovietica, insufficiente rispetto alle odierne necessità della Russia.

C' è da notare che anche all'elettricità è stato ritagliato un ruolo nell'export energetico russo, specie quello destinato ai paesi della Csi (in cui Ees è presente da tempo) e ad altri, confinanti (come la Cina).
Tuttavia, le obiezioni all'operazione sono state e sono molte: in particolare, si temono ulteriori, sensibili aumenti delle tariffe per i consumatori (industrie e famiglie), dovuti alla necessità di accumulare fondi per modernizzazione e sviluppo del settore e delle nuove strutture.
Il settore, poi, è stato segnato in questi anni da vari limiti e carenze di funzionamento, tra cui ripetute e prolungate interruzioni e sospensioni dell'erogazione che hanno colpito in specie piccoli centri, città e regioni, specie quelle più remote e arretrate. Incideranno sui futuri previsti aumenti anche i costi di allacciamento alle reti.

Un'operazione "liberale"
Si è trattato di un'operazione in controtendenza, dopo che dal 2004-2005 la Russia ha assistito alla formazione di nuove grandi "corporazioni" o holding di stato in diversi settori (per esempio: greggio, industria aeronautica, settore nucleare, armamenti), mentre si è sempre opposta alle richieste ripetutamente avanzate dall'Ue di demonopolizzare Gazprom.
Chubais, pur non nascondendo i rischi dell'operazione, tra cui un possibile ritorno al precedente sistema, si è dichiarato fiero della sua riforma e ottimista sul suo esito (e sul nuovo Presidente e le sue idee liberali sull'economia e sul diritto).
Al recentissimo XII Forum Internazionale Economico di San Pietroburgo ha detto che la Russia attuale è tutt'altro che chiusa alle grandi trasformazioni "liberali". Non per niente ha concluso il suo discorso con uno slogan alla sovietica: «Evviva il nuovo liberalismo russo». Un liberalismo – ha precisato - che non esclude l'intervento e la presenza dello stato nell'economia, e che privatizzi solo in base a criteri di utilità, non ideologici.

  CONTINUA ...»

Pagina: 1 2 di 2 pagina successiva
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio
L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.


 
   
 
 
 

-UltimiSezione-

-
-
8 maggio 2010
8 maggio 2010
 
Scene dal Pacifico
La storia per immagini dei magazzini Harrods
Il giorno del mistero a Wall Street
Elezioni inglesi / Chi ha fatto centro? La vignetta di Stephff
Election day
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-