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Ucraina, si spezza la coalizione arancione

di Piero Sinatti

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3 settembre 2008
Viktor Yushchenko e Yulia Timoshenko

Quello che si prevedeva in occasione della riapertura della Rada Suprema (il parlamento ucraino) si è realizzato. La coalizione arancione di governo, formata dai partiti del presidente Jushchenko e dal blocco-Julija Timoshenko (BJUT), si è spezzata.
Questo è avvenuto nella notte del 3 settembre, quando i deputati del BJUT hanno votato insieme al Partito delle Regioni (filorusso) di Viktor Janukovich e di altri partiti di opposizione, più alcuni transfughi dei partiti sostenitori di Jushchenko (Nostra Ucraina, NU, e Autodifesa Nazionale, AN, AN), un emendamento alla legge costituzionale sul governo, che riduce fortemente i poteri presidenziali nei confronti dell'esecutivo e un altro emendamento che semplifica le procedure impeachment del presidente.
La stragrande maggioranza dei deputati (363 : la Rada conta 450 deputati, erano presenti al voto 366) si è pronunciata a favore di queste misure che di fatto si indirizzano contro Jushchenko.
I partiti che appoggiano Jushchenko - NU e AN - hanno dichiarato l'uscita dalla coalizione con BJUT.

Scenari possibili
Il voto spalanca la porta alle dimissioni dell'attuale Governo. La prospettiva più realistica appare lo scioglimento della attuale Rada, eletta in elezioni anticipate meno di un anno fa, dopo che venne sciolta anticipatamente la Rada precedente, a sua volta eletta nella primavera 2006. Tre elezioni politiche in meno di tre anni. Una follia e un record sconcertante, che basta a dimostrare la fragilità della struttura istituzionale, oltre che politica, dell'Ucraina, foriera di crisi e instabilità permanenti. Con rovinose ricadute sul terreno economico.
Anche a questo dovrebbero pensare quanti vorrebbero accelerare l'ingresso di Kiev nella NATO.
La prospettiva di un ennesimo voto anticipato è stata, del resto, la risposta al voto notturno della Rada comunicata oggi al Paese per televisione dal presidente Jushchenko.
Quel voto è stato da lui definito un «colpo di stato politico e costituzionale» , un «atto pianificato» che ha rovesciato le alleanze e gli schieramenti parlamentari precedenti. E che ha trasformato il partito della coalizione "arancione" Blocco Julija Timoshenko (BJUT) in "alleato del Partito delle Regioni e dei comunisti".
Jushchenko ha detto che respingerà le leggi costituzionali votate nella notte, perché «antiucraine e antistatali» e perché «darebbero vita alla dittatura del primo ministro». Inoltre, secondo il presidente si aprono due prospettive da verificare entro non più di dieci (o trenta) giorni, i tempi previsti dalle procedure. La prima è quella di formare di nuovo la coalizione precedente, l'arancione. Ma è ben difficile che ciò accada, dopo la rottura consumata tra il blocco del presidente (i partiti Nuova Ucraina e Autodifesa Nazionale) e quello della premier, il BJUT, (Blocco Julija Timoshenko, basato come i primi due nelle regioni ucrainofone del Paese).
La seconda è la formazione di un nuovo governo basato su una nuova coalizione: quella tra il BJUT da una parte e dall'altra , il Partito delle Regioni (filorusso, basato soprattutto nelle regioni russofone del sud e del Sud est, le più industrializzate), più socialisti e comunisti. Ma si tratta di partiti che finora sono stati avversari inconciliabili, al di là della convergenza nel voto "costituzionale" di stanotte.
Per questo Jushchenko punta su nuove elezioni. Nelle quali, per rastrellare i voti della Tmoshenko e del BJUT, presenterebbe la premier come la "traditrice", l'ex alleata da battere, passata dalla parte dei due nemici: Mosca e i filo russi del Partito delle regioni.
Tuttavia, si deve vedere se a Jushchenko la maggioranza dei deputati daranno la possibilità di sciogliere la Rada. A questo punto Kiev assisterebbe a un confronto di possibili sviluppi extraparlamentari.

Accuse tra gli arancioni
Da molto tempo, del resto, la coalizione arancione si era logorata. I suoi due leader da tempo appaiono ormai più che collaboratori per un progetto comune, due rivali capaci di lanciarsi addosso le accuse più roventi. In vista delle future presidenziali dell'inverno 2009-2010, in cui si presenteranno come avversari.
Un ex-collaboratore ed ex-amico di Jushchenko (un georgiano, cittadino ucraino, Zvanija) aveva rivelato giorni fa che i due figli del presidente e la sua moglie attuale, un'americana di origine ucraina già funzionaria del Dipartimento di Stato, viaggiano con tanto di passaporti americani. Più gravi le accuse nei confronti della Timoshenko mosse dall'entourage presidenziale, tra cui quella di "tradimento di Stato" per il suo prolungato silenzio in occasione del conflitto russo-georgiano. Dalla segreteria di Jushchenko si avanzava l'ipotesi che la premier sarebbe passata al servizio di Mosca al fine di ottenerne appoggi e finanziamenti per la sua campagna presidenziale.
Il conflitto russo-georgiano, sullo sfondo di una situazione economica difficile in Ucraina, sottoposta a una pesante inflazione, ha aggravato il contrasto tra i due ex-alleati.
  CONTINUA ...»

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