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Gas, Russia-Ucraina: falliti
i negoziati. Stop a forniture

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31 dicembre 2008
Kiev salda il debito per il gas, ma la minaccia di Mosca resta

Continua il duro braccio di ferro tra Russia e Ucraina sulla questione delle forniture di gas da Mosca a Kiev. Il capo della compagnia statale ucraina degli idrocarburi Naftogaz Ukrainy avrebbe ricevuto l'ordine dal presidente Viktor Yushchenko, secondo l'agenzia russa Interfax, di interrompere i negoziati e tornare a Kiev. Una mossa che potrebbe far vacillare il fragile equilibrio delle trattative. Emergono, inoltre, particolari sull'improvvisa cancellazione del viaggio del primo ministro ucraino Yulia Tymoshenko alla volta di Mosca. Sarebbe stata una decisione dello stesso del presidente ucraino Yushchenko, scrive Interfax: «ymoshenko era pronta a partire per Mosca per portare avanti un dialogo costruttivo e proteggere gli interessi ucraini risolvendo i problemi con la parte russa ma la posizione del presidente ha impedito al primo ministro di proseguire con il viaggio».
Intanto il primo ministro russo Vladimir Putin ha dichiarato che Gazprom ha offerto all'Ucraina un prezzo vantaggioso per le forniture di gas, 250 dollari per mille metri cubi, ben al di sotto del prezzo di mercato, e che anche se Kiev ha rifiutato la proposta, le trattative vanno avanti. Putin, riferisce Interfax, ha sottolineato che una delle ragioni per fare un'offerta di questo genere è legata «alla difficile situazione» economica e finanziaria in Ucraina. Il premier russo ha aggiunto che nonostante Kiev abbia rifiutato l'offerta i negoziati continuano.

Gazprom all'Ucraina: «Senza intesa domani stop a forniture»
In mancanza del nuovo contratto di rifornimento per il gas russo domani mattina alle 10 ora locale (le 8 in Italia) Gazprom chiuderà i rubinetti del gas destinato all'Ucraina. È questa l'ultima posizione ufficiale annunciata dal numero due del colosso energetico russo Alexander Medvedev. Non è ancora chiara invece come Mosca e l'intera Europa potranno affrontare la minaccia che è arrivata oggi da Kiev. Naftogaz Ukrainy, infatti, ha fatto sapere che da domani «potrebbe iniziare a trattenere il gas che arriva nel sistema di transito ucraino» e destinato all'Europa occidentale senza garantire il trasporto attraverso il suo territorio «se non ci sarà un accordo con la Russia». Un comportamento che ha Gazprom ha definito «irresponsabile» e che minaccia «non solo la Russia ma anche l'Europa». Mentre continuano i negoziati, quindi, le chance di un'interruzione delle forniture all'Ucraina e di una nuova crisi del gas aumentano. Lo ha sottolineato anche il portavoce di Gazprom Sergei Kuprianov, che spera, comunque, in un accordo «negli ultimi minuti del 2008».

Stamattina Kuprianov aveva confermato la ricezione della lettera che, ha detto, «è una violazione flagrante del documento sul transito del gas russo all'Europa occidentale, che è stato firmato e che è valido» fino al 2010. Una posizione che Naftogaz Ukrainy non condivide affatto.
Uno dei punti su cui vanno avanti i colloqui è il prezzo che Kiev dovrà pagare per il gas dal 2009. Secondo un accordo stipulato tra le parti a ottobre l'Ucraina avrebbe dovuto avvicinarsi gradualmente al prezzo di mercato. Il numero uno di Gazprom Alexei Miller aveva fatto sapere nei giorni scorsi che la tariffa poteva raggiungere 418 dollari per mille metri cubi di gas, ma oggi Medvedev ha dichiarato che Kiev ha avuto un'offerta molto vantaggiosa, sottolineando che non si tratta del prezzo destinato ai clienti europei.

Se non verrà trovato un accordo nelle prossime ore a tremare saranno proprio i Paesi europei, che Gazprom ha tentato di rassicurare nei giorni scorsi, ma che oggi ha avvertito della minaccia e del ricatto ucraino. Da Bruxelles la Commissione europea fa sapere di stare seguendo da vicino gli sviluppi del negoziato sul gas tra Russia e Ucraina, ha riferito la portavoce Christiane Hohmann, ricordando che lunedì 29 dicembre il commissario Ue all'Energia, Andris Piebalgs, si era messo in contatto con le parti per esortarle a trovare un accordo.

Per quanto riguarda l'Italia, spiega il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, non ci saranno problemi di approvigionamento del gas da una eventuale chiusura dei rubinetti da parte dell'Ucraina. «Abbiamo già predisposto tutte le misure necessarie ove necessario le scorte sono ai massimi storici e, in caso di interruzione da Kiev, siamo pronti a massimizzare l'import da altri Paesi fornitori».

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