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Ue, intesa sulle rinnovabili. Accolta la richiesta italiana

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9 dicembre 2008
Frattini: «Sul pacchetto clima richieste indispensabili per l'economia italiana»

Ha avuto esito positivo, stamattina a Bruxelles, il negoziato a tre fra Europarlamento, presidenza di turno francese del Consiglio Ue e Commissione europea sulla direttiva per lo sviluppo delle fonti rinnovabili, uno dei pilastri del pacchetto su clima ed energia che sarà al centro delle discussioni al vertice dei capi di Stato e di governo di giovedì e venerdì prossimi. Lo riferiscono fonti del Parlamento europeo.

Il relatore dell'Europarlamento, il verde lussemburghese Claude Turmes, ha accettato l'inserimento nel testo di compromesso della clausola di revisione della direttiva al 2014, come chiedeva l'Italia,e non c'è stata opposizione da parte degli altri gruppi politici, secondo quanto riferiscono le agenzie di stampa. In altre parole, il testo negoziato con il Consiglio Ue dovrebbe essere ora facilmente approvato dalla Plenaria, durante la prossima sessione di Strasburgo, dal 15 al 18 dicembre. La direttiva prevede che entro il 2020 il consumo energetico finale dell'Ue nel suo insieme sia coperto al 20% dalle fonti rinnovabili, e prescrive 27 diversi sotto-obiettivi nazionali per ciascuno Stato membro (per l'Italia il traguardo da raggiungere sarà il 17%).

La clausola di revisione approvata ieri dai ministri e confermata oggi riguarda i meccanismi di cooperazione fra gli Stati membri (ovvero la possibilità di scambiare fra loro energia prodotta con fonti rinnovabili, contabilizzandola nello paese che l'acquista). Nel 2014 si valuterà se questi meccanismi funzionano bene, o se li si debba migliorare per aumentarne l'efficacia, sempre in vista del conseguimento dell'obiettivo europeo del 20%, e a condizione che gli Stati membri conservino il controllo sui loro sistemi nazionali di incentivazione e sostegno alle energie verdi prodotte sul proprio territorio. Secondo l'interpretazione della clausola di revisione che viene data dalla presidenza di turno dell'Ue (nel caso specifico rappresentata dal ministro francese dell'Ecologia, Jean-Louis Borloo) e dal relatore del Parlamento europeo, Claude Turmes, la clausola non potrà intaccare nè l'obiettivo europeo del 20%, nè i sotto-obiettivi nazionali assegnati a ciascuno Stato membro per il 2020 e giuridicamente vincolanti. Il testo di compromesso, tuttavia, come voleva l'Italia, prevede che gli obiettivi nazionali intermedi sino solo indicativi e non obbligatori.

L'associazione europea dell'industria eolica (Ewea) ha commentato entusiasticamente l'accordo, affermando in una nota da Bruxelles che «oggi è stato cambiato il futuro dell'energia dell'Europa», e che l'Ue «si conferma come leader della rivoluzione energetica di cui ha bisogno il mondo».
L'accordo con l'Europarlamento sulle rinnovabili rende ora un po' più facile l'impresa in cui è impegnata la presidenza di turno francese, mirante a garantire un accordo politico dei Ventisette su tutto il pacchetto clima/energia entro la fine dell'anno, e possibilmente già durante il vertice dei capi di Stato e di governo che si terrà giovedì e venerdì a Bruxelles. Fra tutte le proposte sul clima, finora, oltre a questa direttiva solo un altro trilogo (negoziato a tre, ndr) con il Parlamento europeo è andato a buon fine, quello sul regolamento che limiterà le emissioni di CO2 dalle autovetture.

Restano, invece, diversi punti controversi nelle due direttive «Ets» ed «Effort Sharing» sulla riduzione obbligatoria delle emissioni di gas serra, riguardanti rispettivamente la nuova borsa dei diritti di emissione per i settori industriali, e gli obiettivi nazionali per gli altri settori (agricoltura, trasporti, servizi, turismo ed edifici). Difficile si preannuncia anche l'accordo fra Europarlamento e Consiglio Ue sul finanziamento pubblico dei 12 progetti pilota di installazioni per la cattura e lo stoccaggio geologico del CO2 (Carbon Capture and Storage, Ccs): gli Stati membri sembrano intenzionati ad accordare solo poco più di un quinto di quanto chiede l'Assemblea di Strasburgo.

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