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Fiat-Chrysler: opzione per il 55% (WSJ)

di Elysa Fazzino

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20 gennaio 2009

«La Fiat probabilmente acquisirà il 35% di Chrysler entro la metà dell'anno, con l'opzione di arrivare a una quota di controllo del 55% con una partnership che potrebbe essere rivelata già martedì»: lo scrive il Wall Street Journal online sulla home page del suo sito.

Secondo quanto scrive il quotidiano newyorchese, Fiat, «la più forte delle due», non metterebbe subito cash nella Chrysler, ma otterrebbe la sua quota in cambio della copertura del costo di fornire di nuove attrezzature un impianto Chrysler per produrre uno o più modelli Fiat da vendere negli Usa. «Fiat fornirebbe anche la tecnologia motori e trasmissioni per aiutare Chrysler a introdurre nuove, piccole auto a risparmio energetico».

«Ancora una mossa audace di Sergio Marchionne», osserva il WSJ in un articolo dedicato alla gestione dell'ad Fiat, arrivato alla guida del gruppo nel giugno 2004 quando era «sull'orlo del crollo» e portò la Fiat a uscire dall'accidentata alleanza con General Motors, «forse la sua manovra più audace».

Ora la partnership con Chrysler «fornirebbe a entrambe le aziende economie di scala e raggio d'azione geografico in un momento in cui entrambe si battono per competere con rivali più grandi e più globali come Toyota, Volkswagen e l'alleanza tra Renault e Nissan». «Nell'attuale ambiente economico, ci sono colloqui tra aziende in tutte le industrie, la nostra non è diversa», ha detto la portavoce di Chrysler citata dal WSJ. Il patto con Fiat, continua il quotidiano Usa, darebbe a Chrysler più forza mentre cerca di ottenere altri prestiti dal governo Usa. Chrysler ha appena ricevuto un prestito federale da 4 miliardi di dollari per evitare il fallimento ed entro fine marzo deve dimostrare di essere in grado di sopravvivere per potere tenere quei soldi e ottenere l'ulteriore aiuto governativo di 3 miliardi di dollari che ritiene necessario.

Sul filo delle ore si precisano le indiscrezioni sull'alleanza tra Fiat e Chrysler, dopo che ieri pomeriggio Automotive News aveva scritto di «colloqui» per una partnership strategica con l'acquisizione da parte della casa torinese di una quota del gruppo statunitense in crisi. Ieri sera il Financial Times, nella sua edizione online, ha riferito che le due aziende avrebbero già firmato un memorandum d'intesa, che potrebbe essere annunciato a giorni, in base al quale La Fiat acquisirà il 35% di Chrysler, più un'opzione per acquistare la maggioranza del gruppo Usa. Altre fonti però hanno affermato che i termini dell'intesa sono ancora in discussione.

In base alla proposta all'esame, secondo Ft.com, Fiat e Chrysler costituirebbero una joint venture. Fiat contribuirebbe a finanziare la ristrutturazione di alcune fabbriche Chrysler per la produzione di modelli e componenti Fiat e darebbe alla casa americana accesso alla propria tecnologia, senza iniettare cash nella Chrysler. «Un'alleanza fra Chrysler e Fiat - scrive Ft.com - sarebbe simile a quella fra la giapponese Nissan e la francese Renault».

«L'alleanza con Chrysler darebbe alla Fiat l'accesso al mercato Usa», titola ancora Ft.com: «potrebbe risolvere problemi chiave per entrambi, dando all'azienda americana la chance di rilanciare la sua abilità produttiva e offrendo al gruppo italiano l'opportunità di costruire e vendere auto nel Nord America». Il governo americano sarebbe stato informalmente informato dell'alleanza.

L'operazione avviene in un momento in cui gli osservatori prevedono che il numero di protagonisti nel mercato automobilistico più grande del mondo si restringerà. «Ma Fiat e Chrysler hanno ragioni impellenti per abbracciarsi l'un l'altra», scrive Ft.com. Secondo Joe Phillippi di Auto Trends Consulting, alla Fiat piacerebbe tornare su questo mercato, «anche se ora è scadente, è sempre un grande mercato».

Sergio Marchionne, l'ad di Fiat, ha espresso interesse a portare la Cinquecento negli Usa, ma «solo se può essere costruita localmente». Anche se le vendite delle piccole auto sono calate nell'ultimo anno, la parte del segmento è aumentata. Fiat trarrebbe vantaggio non solo dagli impianti di assemblaggio e motori della Chrysler, ma anche dal suo ampio network di dealer. Con la joint venture potrebbe costruire e vendere auto Fiat e Alfa Romeo negli Usa. Chrysler potrebbe ampliare la sua linea di prodotti con auto piccole ed efficienti e diminuire la sua dipendenza dal Nord America.

Sergio Marchionne – commenta il Financial Times nella rubrica Lex - aveva predetto che il mercato globale dell'auto si sarebbe ristretto a pochi produttori di massa e sta operando per fare della Fiat uno dei sopravvissuti. Quanto a Chrysler, pochi pensano che possa avere un futuro indipendente. «Tuttavia fornisce una base conveniente per il rientro della Fiat». «General Motors ha appena concluso un costoso divorzio con la Fiat e né GM né Ford sono in condizioni abbastanza cattive (per ora) da dover essere smembrate da un salvatore europeo».

La vicenda Fiat-Chrysler è sulle pagine d'apertura di molti siti Usa, dominati dall'inaugurazione di Barack Obama. «Un quarto di secolo dopo avere detto arrivederci all'America, Fiat potrebbe essere di ritorno», scrive il Los Angeles Times, spiegando che il gruppo italiano sta cercando da tempo di legarsi a qualche altro costruttore automobilistico. «Dopo che l'anno scorso le discussioni con l'azienda francese che produce Citroen e Peugeot non sono arrivate da nessuna parte, Chrysler potrebbe essere il prossimo partner di ballo». Secondo il Los Angeles Times, l'accordo avrebbe vantaggi per Chrysler, che è carente sul fronte delle piccole e ha una limitata presenza internazionale. Ma sarebbe anche una bella vittoria per la Fiat che, con la sua «popolarissima 500» e con il marchio di lusso Alfa Romeo, da anni cerca di arrivare al consumatore americano. «L'infrastruttura di Chrysler potrebbe permettere all'azienda italiana di farlo in modo economico». Oltre all'acquisizione del 35%, scrive il quotidiano californiano, c'è chi parla di una "non equity" joint venture. In entrambi i casi, Chrysler offrirebbe i suoi impianti e la sua rete di concessionari in cambio dell'expertise della Fiat nelle piccole vetture e un po' di cash, «probabilmente come investimento diretto negli impianti di produzione». Il Los Angeles Times cita anche qualche pessimista, secondo cui i problemi di Chrysler sono così gravi che l'alleanza con la Fiat non farà differenza. Per Todd Turner, presidente di Car Concepts, «I buoi sono scappati e la stalla brucia».
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