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Geithner: «Cambieremo il piano Paulson
entro poche settimane»

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21 gennaio 2009

Il piano di rilancio economico dell'amministrazione Obama «arriverà in poche settimane». Lo ha detto Timothy Geithner, segretario in pectore al Tesoro americano, in sostanza il futuro ministro dell'Economia. Geithner, si è impegnato davanti al Senato, durante l'audizione di conferma della sua nomina, a combattere «con forza» e «rapidità» la recessione per «rimettere in piedi l'economia e rinnovare la fiducia degli americani». Del resto non c'è più tempo: la crisi sta determinando «una catastrofica perdita di ricchezza e fiducia».

Il successore di Henry Paulson, che si è scusato per vecchi problemi fiscali, ha indicato alcuni punti della terapia possibile, in primis il fatto che gli Stati Uniti devono agire «rapidamente e fornire sostegno per il rilancio dell'economia e del credito». In questo senso Geithner ha detto che il programma Tarp (Toubled assets relief program) da 700 miliardi di dollari ha bisogno di «riforme fondamentali» per andare incontro alle imprese in difficoltà e alle famiglie.

Geithner ha poi esposto gli altri punti principali della sua azione futura qualora la commissione del Senato confermi la nomina. Innanzitutto, il possibile futuro segretario del Tesoro ha insistito sugli investimenti necessari per la «modernizzazione delle infrastrutture».

Geithner ha auspicato il ritorno a una spesa pubblica più sostenibile, anche per non minare la fiducia nel dollaro, il che si tradurrebbe in una maggiore oculatezza una volta tornata la crescita. Infine, il futuro segretario ha difeso la necessità di una riforma del sistema finanziario «affinché l'economia americana e quella mondiale non debbano più affrontare una crisi di tale gravità. Geithner ha inoltre dichiarato di non aver ancora pronto un piano completo per affrontare le difficoltà delle banche. «Speriamo di arrivarci presto», ha detto.

Perfino più esplicito sulla gravità della situazione Paul Volcker, l'ex presidente della Federal Reserve nominato da Barack Obama alla guida della Commissione per la Ripresa Economica. «Siamo in una severa recessione, della quale apparentemente non si vede la fine. Il sistema finanziario è a pezzi: siamo nel mezzo della madre di tutte le crisi. Secondo Volcker, per superare la crisi ci vorranno «alcuni trilioni di dollari».

Intanto il presidente degli Stati Uniti nel suo primo giorno alla Casa Bianca, si è messo subito al lavoro per affrontare il problema della crisi economica, che ha prodotto già due milioni e mezzo di disoccupati. Nell'agenda odierna di Obama c'era un incontro con i propri consulenti economici, proprio mentre il futuro segretario al Tesoro era in Senato per l'audizione di conferma della sua nomina.

La situazione da gestire, come detto, è molto spinosa: Obama dovrà decidere, infatti, come utilizzare la seconda metà del Tarp varato dall'amministrazione Bush e dovrà fare in modo di ottenere il via libera del Congresso americano, possibilmente entro le prossime tre settimane, su un secondo piano di incentivi per l'economia, che potrebbe avere un valore di 825 miliardi di dollari.

Nel complesso la doppia manovra dà al 44esimo presidente degli Stati Uniti risorse, e responsabilità, senza precedenti per cercare di fare uscire il Paese dalla recessione. «Non sarà facile. Servono azioni coraggiose e rapide», ha detto ieri il presidente durante il discorso pronunciato in Campidoglio dopo il giuramento.

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