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Ue: «Per combattere l'Aids essenziali i preservativi»

dal nostro inviato Carlo Marroni

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18 marzo 2009

YAOUNDE' - La Francia e la Germania reagiscono con durezza alla presa di posizione del Papa sull'uso del preservativo nella lotta all'Aids, espressa ieri in avvio delle missione di Benedetto XVI nel continente africano. Il ministero degli esteri di Parigi, guidato da Bernard Kouchner – già a capo di Medecins sans Frontiere - ha espresso oggi «grandissima preoccupazione» per le conseguenze sulla lotta all'Aids delle dichiarazioni di Ratzinger sull'utilizzo dei condom, che invece di risolvere i problemi ne creerebbe di nuovi.

«La Francia esprime grandissima preoccupazione per le conseguenze delle dichiarazioni di Benedetto XVI - ha detto oggi alla stampa il portavoce del ministero degli Esteri, Eric Chevallier - se non ci spetta esprimere un giudizio sulla dottrina della Chiesa, riteniamo che tali dichiarazioni mettano in pericolo le politiche sanitarie pubbliche e gli imperativi di tutela della vita umana».

Stessi accenti preoccupati da parte del Governo tedesco: attraverso un comunicato congiunto le ministre della Salute, Ulla Schmidt, e della Cooperazione economica e dello sviluppo, Heidemarie Wieczorek-Zeul, hanno spiegato che «i preservativi giocano un ruolo decisivo» nella lotta all'Aids. «I preservativi salvano la vita, tanto in Europa quanto in altri continenti», precisa il testo. «Una moderna cooperazione allo sviluppo deve dare ai poveri l'accesso ai mezzi di pianificazione familiare e tra questi rientra in particolare anche l'impiego dei preservativi; tutto il resto sarebbe irresponsabile», conclude il comunicato.

Più avanti nella giornata di mercoledì, si è espressa anche l'Unione Europea. «La Commissione Europea sostiene nel mondo in via di sviluppo l'utilizzo di preservativi», ha infatti affermato John Clancy, portavoce del commissario alla Sviluppo Louis Michel, interpellato sulle polemiche nate dalle parole del Papa.
Secondo la Ue, spiega Clancy, «la funzione dei preservativi come uno degli elementi nella lotta contro l'Hiv/Aids è ben nota. Vi sono infatti chiare prove scientifiche sul valore dei preservativi per rallentare la diffusione di Hiv/Aids».
«La Commissione Europea - aggiunge Clancy - ha contributo per 622 milioni di euro nel periodo 2002-2007, ai quali si aggiungeranno altri 300 milioni per il periodo 2008-2010, al Fondo globale per la lotta all'Aids, alla malaria e alla tubercolosi». Complessivamente Commissione e Stati membri tra il 2003 e il 2006 hanno contribuito con 6,8 miliardi di dollari al fondo globale, pari al 55% del totale.

Molto netta anche la posizione spagnola: infatti, secondo il segretario generale alla Sanità iberico, José Martinez Olmos, Papa Benedetto XVI è stato «molto mal consigliato» nell'affermare che i preservativi non sono la soluzione per vincere la lotta contro l'Aids, e dovrebbe intonare un "mea culpa". Il governo socialista di José Luis Zapatero, che al livello interno si sta scontrando di nuovo con la Chiesa cattolica sulla riforma dell'aborto e ha intrapreso una vasta campagna di promozione dell'uso del preservativo, ha anche annunciato che invierà in Africa un milione di preservativi per contribuire a frenare l'espansione dell'Aids e promuovere la prevenzione di questa malattia.

Intanto questa mattina padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, in un briefing con i giornalisti al seguito del Pontefice ha riaffermato che la Chiesa Cattolica ritiene che i preservativi non possano bloccare la diffusione dell'Aids, che in Africa si trasmette non solo per via sessuale, ma anche a causa di condizioni igieniche inadeguate. Serve – ha ribadito Lombardi - invece una educazione alla sessualità responsabile e cure gratuite per i malati del virus HIV. «Non aspettatevi cambiamenti di posizione durante questo viaggio. Benedetto XVI ha ribadito la linea già affermata da Giovanni Paolo II».

Lombardi ha però respinto le accuse di inefficacia rivolte all'azione della Chiesa, che anzi ha una delle «presenze più attive e competenti» nella battaglia contro il virus Hiv. Le linee guida - ha spiegato- sono tre: l'educazione, le cure efficaci, l'assistenza alle persone malate. «Concentrarsi sul preservativo - ha osservato Lombardi - non è la strada giusta, perchè distoglie da un impegno educativo più complessivo». «Non è che a forza di preservativi si blocchi la diffusione dell'Aids», ha aggiunto.

La Comunità di Sant'Egidio - ha riferito il portavoce vaticano - ha un centro a Yaoundè dove vengono preparati gli operatori sanitari. Il responsabile del progetto in Africa, Mario Giro (che oggi è stato ricevuto dal Papa in un incontro fuori programma insieme ai suoi collaboratori) ha riferito che le cure messe in atto con i malati sono efficaci al 97 per cento.
E intanto arrivano nuove prese di posizione sulle dichiarazioni di Benedetto XVI. Il direttore esecutivo del Fondo mondiale della lotta all'Aids, alla tubercolosi e alla malaria, Michel Kazatchkine, «chiede al Papa di ritirare le sue dichiarazioni» sul preservativo, che giudica «inaccettabili». «Chiedo che il Papa ritiri le sue parole, in modo chiaro e inequivocabile», ha detto.

18 marzo 2009
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