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Febbre suina: allarme in Messico, Usa e Canada

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24 aprile 2009
Il virologo: è un nuovo virus assomiglia a spagnola ma abbiamo farmaci

L'influenza da suini che ha fatto registrare casi in Messico e negli Usa sembra essere in grado di trasmettersi con contagio da persona a persona, insolito per virus di questo tipo.
Lo afferma uno dei medici che indagano sui casi negli Stati Uniti, la dottoressa Anne Schuchat, dell'agenzia federale per la salute Centers for Disease Control and Prevention (Cdc).

I cinque casi finora rilevati in California e i due in Texas, secondo il Cdc, non sono al momento tali da richiedere un aumento del livello di allarme pubblico negli Usa.
La Casa Bianca ha ribadito che il presidente Barack Obama «prende sul serio questa vicenda e i suoi sviluppi», secondo il portavoce Reid Cherlin.

I casi in Messico
Circa 900 casi umani di influenza da suini, di cui 60 mortali, sono stati registrati nelle ultime settimane in Messico: lo ha reso noto l'Organizzazione Mondiale per la Sanità (Oms), che ha annunciato un prossimo vertice, aggiungendo che un'altra decina di casi si è verificata negli Stati Uniti.
A Città del Messico, intanto, le autorità locali hanno deciso di chiudere molti istituti scolastici per contrastare l'epidemia. Il segretario alla Sanità messicana, José Cordova, ha spiegato che al momento, secondo i test di laboratorio effettuati, solo 16 delle 60 vittime di cui parla l'Oms sono state provocate con assoluta certezza dal virus. I campioni prelevati dalle altre 44 persone decedute sono ancora in fase di esame.

L'epidemia negli Usa
L'epidemia riguarda gli stati messicani di Città del Messico e San Luis di Potosì e quelli americani del Texas e della California. Nei casi statunitensi il virus è stato identificato come appartenente al ceppo H1n1 e non ha provocato alcun decesso.
La preoccupazione dell'Oms è causata dal fatto che i maiali possono servire da incubatrice per una mutazione del virus che combini il materiale genetico dei ceppi responsabili della febbre aviaria e dell'influenza da suini, in grado di infettare direttamente l'uomo.
Il sistema respiratorio dei maiali è infatti tale da renderli vulnerabili all'infezione sia di virus umani che aviari: un virus che risultasse dallo scambio dei due tipi di materiale genetico e che conservasse una quantità sufficiente del genoma del ceppo patogeno per gli esseri umani potrebbe sviluppare un'alta trasmissibilità e dar luogo a una pandemia.

Allarme scattato anche in Canada
Sono state le autorità canadesi che hanno avvisato quelle messicane sulla presenza del virus dell'influenza suina nel paese, dopo che un cittadino canadese che era stato in vacanze in Messico ha contratto la malattia, scrive oggi il quotidiano El Universal. Secondo fonti della sanità locale, citate dal giornale messicano, il turista canadese -di cui non è stata resa nota l'identità- è tornato nel suo paese mostrando sintomi di una forte influenza, e dopo esami medici gli è stato diagnosticato che la malattia era stata causata dal virus dell'influenza suina. Il malato si è poi rimesso, e le autorità sanitarie canadesi, dopo una serie di test e analisi effettuati in laboratori specializzati, hanno identificato il virus mutante, avvisando i colleghi messicani perchè prendessero le misure necessarie. Fonti del ministero messicano della Sanità, inoltre, hanno precisato che per identificare il nuovo virus dell'influenza suina hanno contato sulla collaborazione del governo canadese e del Centro per il Controllo delle Malattie di Atlanta (Georgia), negli Stati Uniti.

In Italia sistema sanitario «allertato»
Il sottosegretario alla salute, Ferruccio Fazio, ha reso noto che il sistema sanitario è «allertato» ma che al momento «non ci sarebbero rischi». Fazio ha comunque sottolineato che è già disponibile «un alto numero di dosi di antivirali per la popolazione, da utilizzarsi in eventuale caso di necessità».

Coldiretti sottolinea la necessità di estendere immediatamente l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza anche per la carne di maiale al pari di quanto è stato già fatto per quella di pollo e per quella bovina, dopo le emergenze aviaria e mucca pazza. L'Italia non importa suini o carne di maiale dal Messico mentre quella arrivata dagli Usa nel 2008 è inferiore alle 100 tonnellate - precisa Coldiretti -, ma di fronte alle emergenze sanitarie che si rincorrono servono misure strutturali con un sistema di etichettatura obbligatorio che indichi la provenienza e l'origine di tutti gli alimenti, come elemento di trasparenza per produttori e consumatori e a garanzia della sicurezza alimentare.
Si tratta - conclude Coldiretti - di una misura importante per la sicurezza alimentare con il moltiplicarsi di emergenze sanitarie che si diffondono rapidamente in tutto il mondo per effetto degli scambi, come nel caso del latte alla melamina proveniente dalla Cina, la carne di maiale alla diossina dall'Irlanda e l'olio di girasole dall'Ucraina.

24 aprile 2009
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