La crisi economica potrebbe costare alla Germania il doppio di quanto speso per la riunificazione del Paese 20 anni fa. L'allarme è stato lanciato oggi dal ministro delle Finanze Peer Steinbruck, secondo il quale quest'anno il deficit di bilancio toccherà i 50 miliardi di euro, il livello record del dopoguerra, a fronte degli 11,9 miliardi registrati nel 2008. Ma la situazione si aggraverà nel 2010 con una previsione di deficit di 90 miliardi, come conseguenza del previsto calo delle entrate e dell'aumento delle spese connesse alla crisi. Il precedente record, pari a 40 miliardi di euro, erastato registrato nel 1996, in larga parte come conseguenza dei costi della riunificazione tra Germania Occidentale e Orientale.
Le conseguenze delle proiezioni del Governo tedesco si riverberano con forza anche a livello europeo, non solo per il peso della Germania, che da sola "vale" per circa un terzo del Pil di Eurolandia. Ma anche perché le cifre diffuse da Steinbruck implicano un netto sfondamento del limite di deficit del 3% del Pil fissato dal trattato di Maastricht. L'appesantimento del deficit è oltretutto fonte di imbarazzo per la cancelliera Angela Merkel, che la scorsa settimana si è impegnata a tagliare le imposte sui redditi se il suo partito, la Cdu, vincerà le elezioni del 27 settembre. La promessa della Merkel, per la quale non è stata specificata la data di attuazione, è stata formulata nel tentativo di porre fine al dibattito nel suo schieramento tra i paladini dei tagli alle tasse e i sostenitori del risanamento di bilancio.