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Obama lancia la cyberguerra

dal corrispondente Mario Platero

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30 maggio 2009
Contro l'atomica dei poveri sanzioni inutili

NEW YORK - Il ritiro dei soldati dal-l'Iraq è cominciato. L'offensiva in Afghanistan va avanti. Le guerre tradizionali in cui è impegnata l'America seguono il loro percorso annunciato. Ma la nuova sfida "bellica" e potenzialmente distruttiva per l'America non è più (solo) nelle guerre convenzionali, ma nell'attacco di terroristi informatici, di hacker assoldati da al-Qaida o da altri gruppuscoli autonomi. Non è chiaro quanti siano, ma alcuni di questi terroristi sono stati smascherati nel cyberspazio e neutralizzati: cercavano di penetrare i sistemi di sicurezza del Pentagono o di far saltare metodi di pagamento bancari o di paralizzare le reti americane. Un pericolo che resta molto reale e potenzialmente devastante.

Per questo Barack Obama ha dato lui stesso un annuncio che farà epoca: «Il cyberspazio è reale come lo sono le minacce che si porta dietro - ha detto il presidente - dobbiamo essere pronti a tutto e rispondere ». Il piano d'azione è pronto. Miliardi di dollari già stanziati per finanziare il programma, la costituzione di una vera e propria "arma", che arruolerà hacker e cybersoldati sotto un vero e proprio comando militare per difendere i computer degli americani. A fare da super coordinatore ci sarà uno "Zar" nominato dalla Casa Bianca.

Il pericolo, ha spiegato il presidente, è a tutto campo: «Ci affidiamo alla rete per pagare le bollette, controllare i conti correnti o compilare le tasse», ha spiegato Obama. «Schermi, software, computer portatili e Blackberry si sono intrecciati con le nostre vite. Assicureremo che queste reti siano sicure e affidabili».

A rischio, secondo i militari non c'è naturalmente solo la privacy dei cittadini ma l'intera sicurezza nazionale. Con pochi clic i terroristi potrebbero infatti paralizzare il traffico aereo o penetrare nel sistema di difesa. Le organizzazioni eversive usano inoltre da anni internet per organizzare attentati e ottenere informazioni sui siti da colpire.

Obama fa così un passo avanti rispetto alla strategia di George W. Bush, che fu il primo ad autorizzare attacchi informatici verso governi e intelligence stranieri ma senza istituire una struttura militare dedicata alla guerra informatica. Dopo l'11 settembre Bush ampliò i poteri di controllo del Consiglio di sicurezza nazionale, con il compito di supervisionare la guerra cibernetica. Ora però quegli uffici diventeranno una struttura indipendente che dovrà rispondere alle minacce del ventunesimo secolo.

«Non siamo preparati come dovremmo né come paese, né come governo», ha detto Obama, che ha sperimentato sulla propria pelle i rischi impliciti nell'uso quotidiano degli apparecchi elettronici. Durante la campagna elettorale, in cui internet ha avuto un ruolo determinante, i pc di Obama sono stati più volte violati per ottenere documenti riservati, piani di viaggio e informazioni sulle spese del suo staff. Il presidente però ieri ha parlato di un piano principalmente difensivo, senza chiarire se la sua amministrazione ha intenzione di usare le frontiere tecnologiche più avanzate per scoprire i segreti dei fondamentalisti informatici in guerra con l'America.

Il nuovo gruppo militare sarà ufficializzato nelle prossime settimane, non appena la Difesa avrà completato la catalogazione di tutte le armi informatiche a disposizione, senza mettere a rischio la privacy dei cittadini. «Questo piano non include il monitoraggio delle reti private e proteggeremo le libertà civili», ha detto il presidente.

Non è ancora confermato se il nuovo comando risponderà al Pentagono o all'Agenzia per la sicurezza nazionale che oggi gestisce gran parte della sicurezza digitale americana. Secondo gli esperti la nuova struttura potrebbe essere compresa direttamente sotto il Comando strategico, che controlla anche le armi nucleari, o divenire addirittura una struttura indipendente, in sintonia con le sfide del ventunesimo secolo.

30 maggio 2009
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