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Gheddafi e Berlusconi: donne, politica e affari

di Elysa Fazzino

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11 giugno 2009

Odio e amore tra Italia e Libia. Gheddafi perdona ma non dimentica. Anzi provoca. Molte donne, molti affari e un patto contro gli sbarchi di immigrati. E' quanto si legge sui siti dei media stranieri, che dà molto rilievo alla visita «storica» e «controversa» del leader libico. Sulla stampa britannica non manca l'ironia per la grande quantità di donne mobilitate per l'occasione.

Tra i titoli del Guardian: «Foto imbarazzante? Ce ne potrebbero essere altre durante la visita del colonnello Gheddafi a Roma»; «Ancora problemi di foto per Berlusconi…». Il corrispondente John Hooper ricorda le vicissitudini del premier italiano con le foto e immagina lo sconforto che Berlusconi deve avere provato quando Gheddafi è arrivato con la foto, puntata al petto, di Omar al-Mukhtar, il "Leone del deserto" impiccato dagli italiani. Sulle donne: «L'uno ama definirsi "emancipatore di donne". L'altro ama che le donne lo chiamino "papi". Così quando i due politici più eccentrici e appariscenti del mondo … si sono incontrati, le donne abbondavano».

Sul sito del Guardian figura anche un commento di Zoe Williams, intitolato: «Gheddafi e il suo appuntamento con 700 donne». L'opinionista non risparmia il sarcasmo e critica le credenziali del leader libico che dice di volere «salvare le donne europee», mentre la Libia ha un basso rispetto dei diritti umani: molte donne in Libia, scrive la Williams, «sono rinchiuse in "centri sociali di riabilitazione" per crimini come "essere state violentate", 2essere orfane", "essere povere". Forse intende salvare noi donne europee dal processo nelle dovute forme di legge e dalla "rule of law"? Dio lo sa, sono cose così noiose».

Il Daily Mail sceglie il tono scherzoso, com'è nello stile del tabloid: «Il colonnello Gheddafi è per di qua, Mr. Berlusconi… Silvio è alquanto preso dalla guardia d'onore del leader libico»: le amazzoni hanno catturato lo sguardo del premier italiano, che «non ha potuto fare a meno di ammirare le loro divise da cerimonia».

E' la Bbc a parlare di «rapporto di odio e amore» tra Italia e Libia. «Dall'indipendenza», osserva Rana Jawad da Tripoli, «la lingua italiana è vietata in Libia, mentre i coloni italiani sono stati espulsi dopo che Gheddafi ha preso il potere e non possono più tornare». «L'occupazione brutale della Libia, con decine di migliaia di libici mandati di forza ai campi di concentramento, non è stata dimenticata facilmente». Ma negli ultimi anni la relazione si è trasformata in amicizia, ci sono stati accordi d'affari e ora i coloni espulsi possono tornare in visita».

«I peccati coloniali sono perdonati, Gheddafi pianta la sua tenda a Roma» titola l'Independent. E' una visita che «celebra la fine di decenni di animosità tra i due Paesi». Tra le donne che incontreranno il leader libico, ci sarà Mara Carfagna, «ex modella topless diventata deputata di Forza Italia e poi ministro»,ricorda l'articolo. Il disgelo tra Italia e Libia, osserva l'Independent, fu lanciato da Romano Prodi, ma il successore l'ha continuato «con impeto, accogliendo la richiesta di Gheddafi che l'Italia costruisse un'autostrada nel Paese».

Il Times senza perifrasi chiama Gheddafi «wild man» - uomo selvaggio, feroce - scrivendo che «provoca l'Italia nella sua prima visita a Roma in 40 anni». Richard Owen parte dalla provocazione della foto in un pezzo di cronaca e in un altro pezzo spiega chi era Omar al-Mukhtar. Il film del 1981 "Il leone del Deserto", con Anthony Quinn nelle vesti del leader della resistenza libica e Rod Steiger in quelle di Benito Mussolini – fa notare Owen - è stato di recente proiettato in Italia.

Per Le Monde la visita di Gheddafi è una «prima». «Il Cavaliere», scrive, «spera di fare di questa visita un successo diplomatico, dopo la vittoria striminzita alle europee, dovuta a una serie di scandali». Les Echos titola «La pagina coloniale è stata girata per Gheddafi» e osserva che le relazioni con la Libia «possono rilanciare la vocazione storica dell'Italia nel Mediterraneo». Due dossier in programma: petrolio e immigrazione, scrive Les Echos, ricordando le denunce dell'Alto Commissariato dell'Onu per i rifugiati per la decisione di rimandare in Libia gli immigrati intercettati dalla Marina italiana e le polemiche suscitate dalla visita.

Sull'immigrazione punta El Pais: «Berlusconi e Gheddafi cambiano soldi per i "sans papier" a Roma». La visita, scrive Miguel Mora, sigilla l'importante accordo in base al quale l'Italia investirà 3.564 milioni di euro nel Paese africano. Il patto «ha un elemento critico», l'uso di pattuglie marittime congiunte in acque libiche e internazionali per evitare che gli immigrati che partono su barconi dalla Libia raggiungano le coste italiane. La Ong Human Rights Watch, continua El Pais, ha denunciato che tutti i "sans papier" nei centri libici hanno sofferto torture, maltrattamenti, detenzione senza limite di tempo e «condizioni inumane e degradanti». Gheddafi «perdona ma non dimentica» è un altro titolo su El Pais.

Il New York Times  CONTINUA ...»

11 giugno 2009
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