Josè Luis Zapatero riparte dalla presidenza dell'Unione Europea. Dopo un 2009 cominciato con la bruciante sconfitta alle regionali in Galizia (conquistata dal Pp) e lo strappo con il Partito nazionalista basco Pnv, che ha lasciato il governo senza maggioranza alla Camera, il leader socialista ha ora l'occasione per ritrovare lustro internazionale.
Quella di Zapatero, nei prossimi sei mesi, sarà per la verità un' Europa a due teste. Il trattato di Lisbona appena entrato in vigore ha istituito, fra l'altro, la carica di presidente permanente (in effetti per due anni e mezzo) del Consiglio Europeo, il summit dei capi di stato e di governo. L'incarico è andato al quasi sconosciuto premier belga Herman Van Rompuy.
In teoria ora dovrebbe essere Van Rompuy l'interlocutore dei grandi del mondo in nome dell'Ue. Ma nei prossimi sei mesi non sarà sempre cosi. Madrid ha preparato il suo semestre come tutti i precedenti, fra l'altro organizzando in Spagna ben sette vertici internazionali, oltre a 25 riunioni informali di ministri. I due presidenti dell'Europa - e accanto a loro ci sarà anche il presidente della Commissione, Manuel Barroso - hanno raggiunto a Madrid in dicembre un gentlemen's agreement: Madrid riconosce la preminenza del presidente permanente ma Zapatero avrà un ruolo importante in tutti i vertici che si terranno in Spagna, in una sorta di copresidenza. Curiosità significativa, per la prima volta il logo sarà unico per le tre presidenze semestrali di Spagna, Belgio e Ungheria dal 1° gennaio 2010 al 30 giugno 2011.
Si tratta delle riunioni di maggiore impatto in termini di immagine: il vertice Ue-Usa a fine maggio a Madrid con il presidente americano Barack Obama, quelli del Mediterraneo in giugno a Barcellona e con l'America Latina e i Caraibi, ancora a Madrid, in maggio. In cambio Zapatero ha promesso a Van Rompuy e al nuovo Alto rappresentante per la politica estera Ue, Catherine
Ashton, agli esordi, «tutto il sostegno della Spagna» e della sua amministrazione.
Intanto la presidenza spagnola ha fissato le priorità generali per i suoi sei mesi: la solida messa in carreggiata di Lisbona, l'uscita del continente dalla crisi - ma la Spagna è oggi nel plotone di coda, e per The Economist è il «malato d'Europa» - un piano Ue per l'uguaglianza e contro la violenza alle donne. Zapatero, staccato nei sondaggi dal Partido Popular, spera nella presidenza dell'Europa per recuperare consenso prima delle regionali e delle politiche del 2012.
Ma sulla sua presidenza pesa già la minaccia dell'Eta. Con dichiarazioni che hanno sorpreso molti politici, ma anche i sindacati di polizia, il ministro degli interni Alfredo Rubalcaba ha avvertito del rischio concreto di un'azione «spettacolare» del gruppo armato basco. Il ministro non è entrato nei particolari. L'ipotesi al momento ritenuta più plausibile però è che i terroristi baschi, mentre i riflettori saranno puntati sulla Spagna alla guida dell'Europa, cercheranno di mettere a segno il sequestro di una o più personalità. Per Rubalcaba sarebbe l'attuale situazione di «debolezza operativa» dell'Eta a spingere il gruppo armato a un'azione spettacolare per dimostrare invece la propria forza a sostenitori e opinione pubblica spagnola e internazionale.
