Nuova svolta nella crisi istituzionale in corso in Argentina. Un giudice federale ha sospeso infatti il decreto presidenziale che autorizza l'utilizzo delle riserve della Banca centrale per rimborsare il debito in scadenza nel 2010. Il giudice Maria José Sarmiento ha deciso la sospensione «come misura cautelativa in attesa che la giustizia si pronunci nel merito», indica una nota del Centro di informazione giudiziaria.
Si arricchisce così di un nuovo capitolo lo scontro tra la presidente Cristina Kirchner e il numero uno della Banca centrale Martin Redrado. Il capo del governo infatti aveva destituito per decreto quest'ultimo perché tardava a mettere a disposizione del Governo 6,5 miliardi di dollari prelevati dalle riserve. Redrado si era rifiutato di dimettersi (facoltà peraltro prescritta per legge). Tuttavia un eventuale stop al trasferimento di denaro dalla banca centrale al Tesoro non può che destare preoccupazione tra i detentori di titoli di Stato argentini. Quest'anno vanno a scadenza obbligazioni per 13 miliardi di dollari. .
La decisione del giudice sarà a breve notificata alla Coalizione civica, la terza forza parlamentare e all'alleanza conservatrice Proposta Repubblicana (Pro) nonchè alle altre forze che si oppongono al ricorso a tali riserve. Redrado ha ribadito oggi che non è disposto a rinunciare al suo incarico, così come prevede il decreto emanato da Kirchner che lo destituisce. «Le riserve della Banca - ha spiegato - sono di tutti gli argentini e se si pensa di destinarle a qualcos'altro, bisogna prima passare per il Congresso». «Non sono io ad aver causato questa situazione», ha poi aggiunto confermando che si appellerà contro il decreto».