ILSOLE24ORE.COM > Notizie Mondo ARCHIVIO

I tormenti del Grande debitore

di Mario Margiocco

Pagina: 1 2 di 2 pagina successiva
commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
30 Settembre 2009

Gli ultimi dati del Tesoro Usa sul collocamento dei titoli del debito pubblico americano nel secondo trimestre, resi noti il 17 settembre, si sono fatti notare per due tendenze che, se confermate nei due trimestri successivi, diventerebbero allarme. La prima è che dopo una fiammata di acquisti interni del debito pubblico a inizio d'anno è ora di nuovo l'estero a svolgere un ruolo centrale. La seconda è che, confermando l'osservazione degli analisti più attenti, gli acquirenti asiatici confermano la tendenza - diversamente che in passato - ad acquistare i titoli a più breve scadenza, lasciando i titoli a lunga scadenza a un solo acquirente: la Banca centrale americana, la Federal Reserve. Il triangolo tra riserve asiatiche, cinesi soprattutto, debito pubblico americano, e Fed è cruciale per capire a che punto sta l'equilibrio finanziario mondiale.
Anche nelle relazioni fra le più grandi nazioni della terra sono spesso i piccoli episodi a rivelare la realtà.
Il 23 febbraio scorso il neo segretario di Stato Hillary Clinton, al suo primo viaggio ufficiale, visitava l'Asia e la Cina e a Pechino invitava le autorità a sempre sottoscrivere i titoli del debito pubblico americano, di cui la Cina era diventata nel settembre 2008 il primo detentore, superando il Giappone. Il 1° giugno il ministro del Tesoro Timothy Geithner, parlando agli studenti dell'Università di Pechino, provocava in platea una sonora risata. Non per una fortunata battuta di spirito, ma per aver detto che gli investimenti cinesi in dollari, le riserve bancarie in primo luogo, erano «molto sicuri».
Non esiste al momento anche per gli interessi europei un nodo economico-politico più importante del rapporto tra il Grande Debitore e il Grande Creditore, tra Stati Uniti e Cina. Se il debito, destinato a raddoppiare in meno di dieci anni, vedrà poi un ritorno a livelli fisiologici e se chi lo ha finora sottoscritto continuerà più o meno a farlo in misura analoga, gli equilibri finanziari globali reggeranno. In caso contrario, ci saranno passaggi molto difficili. In mezzo, c'è la necessità di un'America con più tasse e più risparmio. «Affidare tutto alla crescita è impensabile, arrivati a questi livelli. Servono crescita e risparmio», dice Julian H. Robertson, 77 anni, già fondatore e presidente di Tiger management corp., uno dei primi hedge fund americani, e oggi investitore e ascoltato guru finanziario.
«Quello che un po' preoccupa in prima battuta è il rallentamento degli acquisti da parte di conti esteri, nel secondo trimestre, da 159 a 101 miliardi», osserva una nota di Morgan Stanley. Mentre altri hanno rilevato come l'aspetto più interessante, e non tranquillizzante, sia che metà degli acquisti, tutti i titoli a lunga scadenza, sono stati sottoscritti dalla Fed, con il programma di quantitative easing, in pratica sottoscrizione del debito pubblico creando moneta. È stata, nel secondo trimestre, la parte del leone, sei volte quanto sottoscritto dai privati residenti (fondazioni e altri enti non a scopo di lucro compresi). A ottobre dovrebbe concludersi la prima tranche del quantitative easing. Dei 300 miliardi iniziali quasi tutto è stato utilizzato. Continuerà? Probabilmente sì, se necessario.
«Le banche centrali (quelle straniere, ndr) semplicemente non finanzieranno più l'intero deficit fiscale», osservava ad agosto Brad Setser, già stretto collaboratore di Nouriel Roubini, poi al Council on foreign relation, e ora arrivato al National security council, l'organo che coordina la strategia economica della Casa Bianca, guidato da Lawrence Summers. Setser è considerato, insieme a Rachel Ziemba che ha preso il suo posto al Rge Monitor, il centro ricerche di Roubini, uno dei maggiori esperti sulla politica e le riserve della Banca centrale cinese. Pechino, dice Setser, ha molto di più in dollari e in titoli americani degli 800,5 miliardi che le statistiche ufficiali del Tesoro Usa le assegnavano a fine luglio 2009 in titoli del Tesoro. Occorre calcolare infatti anche le cosiddette agencies, i titoli delle finanziarie pubbliche Fannie e Freddie e simili, che in passato Pechino ha sottoscritto a piene mani, e che da qualche tempo cerca di ridurre. Vanno calcolati gli acquisti fatti da Pechino via Londra e via Hong Kong, altre voci, e si arriva alla fine secondo Setser a circa 2.200 miliardi in dollari controllati direttamente o indirettamente dalla banca centrale, più del totale ufficiale che comprende anche altre valute e viene fissato da Pechino all'equivalente di 2.139 miliardi di dollari.
Il rallentamento da parte cinese osservato nel secondo trimestre, la persistente preferenza per titoli a scadenze più ravvicinate meno rischiosi in caso di dollaro più debole, dichiarazioni nervose ogni tanto da parte dei leader cinesi, preoccupano perché anche se Pechino - e Tokyo - dovesse continuare ad acquistare a ritmi analoghi non sarebbe possibile piazzare il debito che gli Stati Uniti creeranno nei prossimi anni. Già con deficit annuali sui 450-600 miliardi, Washington è balzata come effetto delle misuri anticrisi a oltre mille nel 2008 e toccherà almeno i 1.600 quest'anno. I due ultimi anni di deficit, sommati, equivalgono quasi all'intero bilancio federale di pochissimi anni fa. Le proiezioni della Casa Bianca, e su questo quelle del Congresso più o meno concordano, dicono poi che il debito passerà dagli 11 mila miliardi attuali a circa 20 mila miliardi tra il 2010 e il 2019, toccando presto il 100% del Pil e mantenendosi non troppo sopra grazie questo rapporto alla crescita dell'economia. Oggi il Pil americano è di oltre 14mila miliardi di dollari.
  CONTINUA ...»

30 Settembre 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina: 1 2 di 2 pagina successiva
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio


L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
   
 
 
 

-UltimiSezione-

-
-
8 maggio 2010
8 maggio 2010
 
Scene dal Pacifico
La storia per immagini dei magazzini Harrods
Il giorno del mistero a Wall Street
Elezioni inglesi / Chi ha fatto centro? La vignetta di Stephff
Election day
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-