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ELEZIONI REGIONALI
La Francia punisce Sarkozy
Socialisti primo partito

Dal nostro corrispondente Attilio Geroni

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15 marzo 2010
La Francia punisce Sarkozy. Socialisti primo partito. Nella foto Nicholas Sarkozy con la moglie Carla Bruni

PARIGI - La sinistra batte nettamente la destra al primo turno delle elezioni regionali in Francia, dove la politica di Nicolas Sarkozy è stata sanzionata in maniera più pesante del previsto. Il Partito socialista di Martine Aubry si è risvegliato dal torpore dell'ultimo biennio finendo nettamente in testa (29,5%) rispetto all'Ump (27%) mentre l'astensionismo record (53,65%) ha portato ancora alla ribalta il Fronte nazionale di Jean-Marie e Marine Le Pen, che con quasi il 12% ha sovvertito la tendenza all'estinzione.

Il Ps è finito al primo posto in 13 delle 22 regioni della Francia metropolitana (esclusi i territori d'oltremare) e il grande slam è teoricamente possibile grazie alle ampie riserve di voto, anche se la conquista dell'Alsazia resta piuttosto problematica. Dalle prime reazioni la destra moderata (neogollista) non sembra aver tratto alcun insegnamento dalla piccola grande disfatta elettorale di ieri sera. Il premier François Fillon ha detto che «nulla è perduto per il secondo turno» e che «l'elevato livello di astensione non permette di arrivare a conclusioni sul piano nazionale».

Invece le conclusioni ci sono eccome. Anche perché il buon risultato della sinistra è confortato dal terzo posto della lista verde di Europe Ecologie (12,5%), che lascia spazio a una serie di possibili alleanze in vista del secondo turno di domenica prossima. Già ieri sera il presidente Sarkozy ha convocato una riunione d'emergenza all'Eliseo. La strategia della lista unica non ha pagato e l'estrema destra è saltata nuovamente sul carro della crisi economica e della disaffezione nei confronti del potere in carica. L'abile strategia di sottrazione con cui la destra moderata tolse la terra sotto i piedi dell'estrema destra nel 2007 non funziona più. Il confuso dibattito sull'identità nazionale voluto dal capo dello stato con chiari intenti elettorali è stato alla fine controproducente poiché ha fornito validi argomenti alla campagna elettorale del Fronte dei Le Pen. Nel Nord-Pas-de-Calais, regione operaia e baluardo storico della sinistra, l'Fn si è piazzato al terzo posto (18,30%) ottenendo quasi gli stessi voti dell'Ump: tra le più colpite dalla crisi, con chiusure di fabbriche, licenziamenti e una difficile riconversione al terziario, è diventata il terreno fertile per la crescita degli estremismi.

Un astensionismo a simili livelli è anche il sintomo di un nuovo possibile divorzio tra cittadini e politica, un'inversione di tendenza rispetto alla dinamica positiva creata da Sarkozy con la sua ascesa all'Eliseo. Una crisi economica che morde e continua a chiedere un pesante tributo all'occupazione fa sembrare lontanissimo quel periodo di dialogo e riappacificazione. Ancora prima del risultato il presidente aveva dato segnali di una svolta netta nella sua strategia. Dopo il voto di ieri e in vista della sanzione definitiva di domenica prossima questa svolta sarà ancora più evidente nei prossimi mesi: meno annunci e più riforme di sostanza è la brutale equazione formulata dagli elettori.


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Anche Putin ha qualche problema con le regionali (di Antonella Scott)

15 marzo 2010
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