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Studi di settore, Visco: «Nessuna improvvisazione». In arrivo 200 simulazioni

di Nicoletta Cottone

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8 giugno 2007

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Il contribuente ha l'obbligo di dichiarare il reddito vero e non ha nessun obbligo di adeguarsi al livello di congruità indicato negli studi di settore: la condizione di non congruità non implica un accertamento automatico. Lo chiarisce, in una nota, il vice ministro dell'Economia Vincenzo Visco, specificando che sono in arrivo simulazioni su oltre 200 studi di settore chiesti agli uffici. Annunciata anche per la prossima settimana una circolare sulle condizioni di marginalità, per identificare le imprese in condizioni di anormalità rispetto agli indicatori degli studi di settore, a integrazione delle indicazioni fornite con la circolare 22 maggio 2007 n. 31.
Il vice ministro ha ribadito che gli studi di settore non sono una minimum tax, ma uno strumento di ausilio per l'autodichiarazione dei redditi e si supporto agli uffici delle Entrate per l'accertamento. La nota ribadisce che è prassi consolidata dell'Agenzia tener conto delle evoluzioni nell'elaborazione degli studi di settore tra dichiarazione e controllo, se più favorevoli al contribuente. Dunque, visto che nel triennio 2007-2009 saranno revisionati tutti gli studi di settore, nei controlli delle dichiarazioni del 2007, effettuati a partire dal 2008, viene annunciata la possibilità di applicare gli studi revisionati, se più favorevoli al contribuente.
Viene, inoltre, ricordato che la scadenza ordinaria per il versamento delle imposte (18 giugno) è stata posticipata di 20 giorni per chi applica gli studi di settore, con lo scopo di consentire a contribuenti e intermediari di applicare correttamente la nuova normativa sugli studi di settore.
Nella nota viene anche ribadito che il livello di congruità degli studi di settore «non è frutto di improvvisazioni arbitrarie, ma è calcolato sulla base dei dati delle dichiarazioni dei contribuenti in condizioni di normalità». In base alle simulazioni effettuate dai tecnici delle Entrate l'applicazione degli indicatori di normalità economica comporta l'incremento medio dei ricavi di congruità dell'8.7 per cento. Gli indicatori di normalità economica, precisa la nota, sono finalizzati a contrastare comportamenti fraudolenti favoriti dalla stagione dei condoni come il gonfiamento dei magazzini, la sottodichiarazione del valore dei beni strumentali, la manipolazione dei costi. Comportamenti che di fatto hanno danneggiato gli onesti. Questi indicatori, inoltre, hanno effetti variabili nei settori, ma risultano incisivi soprattutto in settori e territori dove è emersa una maggiore evidenza empirica di comportamenti scorretti.

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