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Finanziaria, maxi emendamento da 9 miliardi

di Dino Pesole

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5 dicembre 2009
Finanziaria: in arrivo una riformulazione della manovra

Un maxi emendamento che, tra nuove risorse e rimodulazioni di bilancio, vale 8,8 miliardi sui saldi di bilancio. Il testo, composto da ben 250 commi, riscrive integralmente gli articoli 2 e 3 della Finanziaria, accorpando sia gli emendamenti predisposti dal Governo che quelli della maggioranza presentati dal relatore Massimo Corsaro. Per questa mattina è fissata la dichiarazione in commissione Bilancio della Camera sull'ammissibilità delle nuove misure.

La soluzione all'intricata vicenda politico-procedurale che ha impegnato anche ieri per l'intera giornata la commissione è giunta in tarda serata con la presentazione del nuovo testo da parte del relatore. Il pacchetto welfare scende da 1,2 a 975 milioni e vengono stanziati 200 milioni per compensare i comuni dei mancati dividendi delle ex-municipalizzate multate dalla Ue per gli aiuti di Stato legati agli sconti Irpeg. In arrivo altresì maggiori stanziamenti per le imprese che investono in ricerca e innovazione, attraverso il meccanismo del credito d'imposta (200 milioni per ciascuno degli anni 2010-2011), e per le missioni internazionali: da 500 a 750 milioni.

La somma per la cedolare secca sugli affitti, limitatamente alla provincia dell'Aquila, ammonta invece a 2 milioni, mentre sono stati soppressi i rimborsi ai Comuni per le ronde, le disposizioni sui rimborsi per gli obbligazionisti Alitalia e le risorse per il termovalorizzatore di Acerra. Torna inoltre il tetto ai contributi per l'editoria e viene soppresso il diritto soggettivo ad ottenerli. «In tal modo rischiano di saltare un centinaio di testate», ha commentato Vincenzo Vita (Pd).
La soluzione è giunta alla fine di una giornata caotica, apertasi con l'annuncio dello stesso Corsaro dell'integrale riscrittura degli articoli 2 e 3 della Finanziaria. In un primo tempo, la nuova versione dell'emendamento omnibus del relatore è stata annunciata per le 17. Termine poi slittato alle 20 e ancora alle 22.30 per consentire alla ragioneria dello stato di valutare le nuove coperture e apporre la rituale "bollinatura".

Per l'opposizione la situazione «è grottesca e senza precedenti», come rileva Pier Paolo Baretta, capogruppo Pd in commissione. Critiche anche alla decisione del governo di destinare 3,1 miliardi del tfr "inoptato" al finanziamento del «patto per la salute»: «È vero - osserva Sergio D'Antoni (Pd) - che lo ha fatto anche il governo Prodi, ma quei fondi furono utilizzati solo per investimenti». I capigruppo Pd, Idv e Udc in commissione hanno scritto una lettera al presidente della Camera, Gianfranco Fini «per denunciare la totale impraticabilità ad esaminare la Finanziaria». Immediata la risposta di Fini: le proteste delle opposizioni «sono fondate». Da qui la decisione di concedere più tempo, fino a lunedì, per l'esame in commissione, rispetto alla dead line inizialmente prevista per la giornata odierna.

Il problema è che, a un'attenta lettura del precedente emendamento "omnibus" del relatore, incrociato con gli emendamenti governativi, erano emersi errori e imprecisioni nelle coperture. È il caso degli 1,2 miliardi del pacchetto welfare che risultavano coperti due volte, una prima per 1,2 miliardi, un'altra per 200 milioni. Alla fine, dal controllo incrociato degli emendamenti era emerso che mancavano 700 milioni. Fretta e una certa approssimazione, che avrebbe provocato una certa irritazione nello stesso Tremonti. Da qui la decisione del relatore, condivisa dal presidente della Commissione, Giancarlo Giorgetti, di azzerare il tutto e riscrivere integralmente i due articoli. Tremonti ha replicato peraltro ieri sera all'inchiesta televisiva di "Report" sulla social card: «È uno strumento che ha funzionato molto bene ed è stato apprezzato anche all'estero».

Non compaiono più nella versione definitiva del nuovo articolo il mini-condono sulle sanzioni per i mancati pagamenti dei contributi Inps e Inail, mentre vengono confermati i tagli a province e comuni, che riducano o meno consiglieri e assessori: sono pari a 229 milioni i trasferimenti in meno nel triennio 2010-2012. A questo punto, la soluzione più probabile all'intricata vicenda è che il governo – per non incorrere in ulteriori incidenti di percorso – ponga in aula la questione di fiducia sul nuovo testo che verrà licenziato dalla commissione, chiudendo così la partita.

5 dicembre 2009
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