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Usa: «Le intercettazioni in Italia
essenziali per le indagini di mafia»

di Nicoletta Cottone

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21 maggio 2010
Dimostrazione a Roma (foto LaPresse)

ROMA. Per l'amministrazione Obama le intercettazioni telefoniche sono uno «strumento essenziale delle indagini» che non va indebolito.Gli Stati Uniti auspicano che le nuove norme in discussione in Italia sulle intercettazioni non compromettano «l'ottimo lavoro» che fino a oggi hanno saputo svolgere i magistrati italiani.

A dirlo il sottosegretario al Dipartimento di Giustizia degli Usa con delega alla criminalità organizzata internazionale, Lanny A. Breuer, nel corso di una conferenza stampa all'ambasciata americana a Roma.
«Quello che non vorremmo mai è che succeda qualcosa che impedisca ai magistrati italiani di continuare a fare l'ottimo lavoro svolto finora», ha sottolineato il funzionario americano. «Avete ottimi magistrati e ottimi investigatori. La legislazione finora in vigore in Italia è stata molto efficace», ha detto Breuer. «L'Italia ha fatto dei grandi progressi nelle indagini e nel perseguimento dei gruppi mafiosi operanti entro i suoi confini», ha sottolineato il sottosegretario, precisando di «essere consapevole che possiamo e dobbiamo fare di più». Comunque, ha precisato Breuer, «non spetta a me entrare nel merito di decisioni politiche o giudiziarie riguardanti l'Italia».

Alfano: «Piena intesa con gli Usa, nessun bavaglio all'informazione».
Nessun bavaglio all'informazione con la nuova normativa sulle intercettazioni in discussione in Parlamento, assicura il ministro della Giustizia Angelino Alfano. «É garantito il diritto a una informazione ufficiale e trasparente - spiega Alfano -, e non il diritto all'acquisizione e divulgazione illecita di atti riservati». Poi, commentando le dichiarazioni di Lanny Breuer ha sottolineato che «lo stato della collaborazione giudiziaria e tra le forze dell'ordine italiane e statunitensi nella lotta alla criminalità organizzata é eccellente, le relazioni sono fruttuose, intense e improntate alla massima amicizia e collaborazione». Alfano ha detto che, come confermato da una successiva nota stampa dell'ambasciata americana a Roma, l'esponente Usa non ha inteso in alcun modo entrare in valutazioni di merito sulla legislazione italiana in materia di intercettazioni che ha esplicitamente dichiarato di "non conoscere". Alfano ha detto che «c'è piena intesa con Washington su modalità e obiettivi della cooperazione contro il crimine organizzato. Il ddl intercettazioni «restituisce pari dignità al diritto alla riservatezza, al diritto di cronaca e al diritto-dovere di indagine».

Il relatore del ddl, Centaro: «Avanti anche con la fiducia». Non ci saranno ulteriori rallentamenti nell'iter parlamentare del ddl sulle intercettazioni che ora «deve proseguire il suo esame in Senato e poi andare alla Camera" ma che "io credo debba restare come è», facendo «anche il governo ricorso alla sua facoltà di proporre voti di fiducia sia al Senato che alla Camera» a difesa di un testo che è l'esecutivo ad aver promosso. Lo ha detto Roberto Centaro, relatore Pdl del provvedimento in commissione Giustizia di Palazzo Madama, dopo un incontro con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

La maggioranza si interroga sul testo.Intanto dopo la frenata di ieri del governo su carcere e multe ai giornalisti che pubblicano atti giudiziari o intercettazioni, la maggioranza si interroga. Ai finiani piacciono poco le modifiche introdotte al Senato, il presidente della commissione Giustizia del Senato, Filippo Berselli, promette un ammorbidimento della sanzione minima per gli editori a quota 25.800 euro (ora 64.500), lasciando però immutato il tetto massimo a 465mila euro. Il capo dello Stato attende, anche se al Quirinale si spera di poter evitare un nuovo braccio di ferro con il premier. Immediata la replica della senatrice del Pd Anna Finocchiaro: «Non ho molti commenti politici da fare. Dico solo: quando la ragione cede, prevale la forza».

Frattini: «Questa barbarie deve finire». Prende una netta posizione il ministro degli Esteri, Franco Frattini. «Tanti italiani hanno sofferto la barbarie di vedere notizie private apparire sulle prime pagine dei giornali senza controllo, senza nessun filtro. Questa barbarie deve finire». «La vera barbarie – ha risposto il senatore del Pd, Giuseppe Lumia - è quella che state realizzando voi con un ddl liberticida che protegge cricche e delinquenti». Chi ha paura della pubblicazione delle intercettazioni, ha detto Lumia, «non sono certo i cittadini, ma quei politici, burocrati, imprenditori che vengono colti con le mani nella marmellata». «In questo momento di crisi etica e morale – conclude l'esponente del Pd - bisognerebbe dare un messaggio diverso, di rigore e trasparenza».

Ronchi: «Evitare la spazzatura sui giornali». Ma le posizioni all'interno della maggioranza sono articolate. Giudizio su doppio binario quello del ministro per le Politiche europee, Andrea Ronchi: bisogna tenere conto che le intercettazioni «sono state fondamentali per combattere la mafia, la 'ndrangheta, la camorra», ma al tempo stesso «dobbiamo evitare la spazzatura» sui giornali.«Credo che sia necessario garantire la privacy delle persone e deve esserci un limite. Bisogna farlo di corsa, ma credo che il Parlamento debba ascoltare tutte le opinioni, tutte le espressioni».

Granata (Pdl): «salvaguardare le indagini di mafia». Scende in campo anche Fabio Granata (Pdl), vicepresidente della commissione antimafia. Per lui é necessario «salvaguardare il doppio binario sulle indagini di mafia, allargarlo ai reati collegati e non bloccare la possibilità delle intercettazioni ambientali». Su questi punti Granata chiede si faccia «uno sforzo per migliorare il testo e per difendere la legalità». Sono 3 punti fondamentali, spiega Granata, che insieme alla possibilità di pubblicare i riassunti delle indagini salvaguardando il diritto di cronaca così come proposto alla camera dal presidente Bongiorno potrebbero superare questioni che allarmano sia sul fronte del contrasto alle mafie che su quello del diritto di cronaca».

Lunedì direttori a confronto sulle intercettazioni. Intanto la Federazione nazionale della stampa ha chiamato a raccolta i direttori delle principali testate italiane per parlare della legge sulle intercettazioni. «La notizia prima di tutto, fermiamo la legge bavaglio» è il titolo-striscione dell'iniziativa. Lunedì alle 15 nella sede della Fnsi a Roma, e in collegamento con il Circolo della stampa di Milano, si confronteranno, tra gli altri, su questo tema: Ferruccio De Bortoli, Vittorio Feltri, Mario Calabresi e Gianni Riotta da Milano; Ezio Mauro, Concita De Gregorio e Norma Rangeri, da Roma. Il presidente della Fnsi, Roberto Natale ha annunciato uno sciopero «nei giorni della discussione del provvedimento» e un ricorso «alle autorità europee appena sarà legge».

Fieg: «Sanzioni per esercitare pressioni sugli editori». La Federazione degli editori ricorda che i «punti critici per la libertà di stampa da noi segnalati ancora restano», e chiede di eliminare le sanzioni per gli editori. «La verità è che le sanzioni agli editori, a prescindere dal loro ammontare - sottolinea in una nota il presidente Carlo Malinconico - sono in contrasto col divieto di intromissione dell'editore nella confezione degli articoli di giornale. Queste sanzioni non hanno quindi vera giustificazione, se non quella di esercitare pressione sugli editori che in molti casi rischiano la stessa sopravvivenza».

Montezemolo: «Condivido la linea degli editori». «Condivido la linea degli editori, e ho visto anche come un editore importante e innovativo come quello di Sky, segnalino un'anomalia rispetto ad altri paesi europei. Quindi credo che ci sia la necessità di parlare e, da un lato, tutelare la privacy poichè la pratica delle intercettazioni non è più accettabile nei confronti dei singoli cittadini, e dall'altra però utilizzare lo strumento fondamentale in tante indagini e processi». Lo ha detto il presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, interpellato dai giornalisti in merito al ddl intercettazioni, a margine delle celebrazioni per gli 80 anni della Pininfarina. «Spero che con un po' di buona volontà, mettendosi intorno ad un tavolo - ha aggiunto Montezemolo - si possa trovare una soluzione che vada bene anche agli editori».

Caselli: «Colpi di piccone alla sicurezza dei cittadini». Duro il giudizio sulle limitazioni alle intercettazioni del procuratore capo di Torino Gian Carlo Caselli. «Colpi di piccone alla sicurezza dei cittadini». Per Caselli «le intercettazioni, così come si profila la riforma, saranno molto più difficili e potranno dispiegarsi con un'ampiezza decisamente ridotta. Quindi meno intercettazioni, più barocche, meno incisive: veri colpi di piccone alla sicurezza dei cittadini. Poi c'é il problema dell'informazione: se non si può raccontare quello che succede nel momento in cui si indaga su fatti anche gravissimi, ecco che l'opinione pubblica viene bendata, le sue orecchie vengono tappate e questo in democrazia non esiste. Ci sono stati degli abusi? Benissimo, correggiamo questi, se davvero ci sono stati, ma poi - ha concluso Caselli – lo strumento che è a protezione della sicurezza dei cittadini sia salvaguardato, nella sua ampiezza e nella sua efficacia».

Il Pdl frena sul carcere ai cronisti
Sky contro la legge anti intercettazioni, «grande anomalia italiana»

21 maggio 2010
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