Una performance che è «una prova di forza» nel 2005 per la compagnia di assicurazioni parigina Axa, secondo player europeo, che ha segnato un utile netto a 4,173 miliardi di euro contro i 3,738 dell'anno precedente (+12%) e nonostante un calo del 5,5% nel secondo semestre dovuto alla disastrosa stagione americana degli uragani; il profitto operativo è balzato del 24% a 3,25 miliardi, un record per il gruppo assicurativo francese.
Resta in sospeso, tuttavia, la ventilata operazione di aggregazione con Generali. Parigi nega, Trieste anche (oggi un cda «di routine»), ed è tutto rinviato alla presentazione del prossimo board del Leone, il 6 marzo, quando all'ordine del giorno ci sarà il nuovo piano triennale 2006-2008. Tuttavia il numero uno di Axa, Henri de Castries, è stato molto critico con il protezionismo francese rafforzato dal caso Suez-Gdf e auspicato, per l'Europa, nozze
cross-border in tutti i settori, assicurazioni comprese.
Nel consiglio di amministrazione di Axa (-0,20% alla
Bourse, a 29,64 euro) è stato proposto un dividendo di 0,88 euro, superiore del 44% a quello del 2005. «Axa ha dato dimostrazione di saper crescere - è stato il commento di de Castries, presidente del cda al timone dal 2000 - e la creazione di valore per i nostri azionisti è stata significativa. Crediamo che l'obiettivo di diventare i numeri uno come previsto dal nostro piano Ambition 2012 possa essere centrato». Ai risultati, superiori alle attese dei mercati, hanno contribuito tutti i settori, eccetto l'assicurazione internazionale e le holding, con un profitto operativo superiore al 20 per cento.
Il settore Vita, risparmio e previdenza ha visto un aumento del risultato operativo del 24% a 3,25 miliardi (+16%) con una raccolta di nuovi premi in rialzo dell'11 per cento. L'embedded value si attesta a 29,5 miliardi con un rendimento totale del 14%. Nei danni il risultato operativo progredisce del 22% a 1,34 miliardi e quello del comparto della gestione degli attivi sale del 32% a 396 milioni grazie ad una raccolta netta record di 56 miliardi che porta gli asset in gestione a oltre un miliardo. Nel campo assicurativo internazionale il risultato operativo è calato del 51% a 68 milioni per l'aumento dei danni da catastrofi (+316 milioni) di Axa Re.
Da Axa si guarda con ottimismo anche al 2006: i vertici della compagnia sono convinti che la «solida dinamica di crescita» del 2005 proseguirà per l'anno in corso. Il gruppo francese si attende nel 2006 un capital gain tra i 600 e gli 800 milioni, dopo quello di 850 milioni registrato nel 2005 grazie a un mercato azionario europeo molto attivo. Quanto all'ipotesi che il cda possa anche affrontare l'ipotesi di un'integrazione con le Assicurazioni Generali sembrerebbe da escludere. Lo scrive il Sole 24 Ore in un'articolo nel quale si sostiene che anche il Leone triestino avrebbe «negato con altrettanta decisione che un qualsiasi progetto sia all'orizzonte».
Nell'incontro con la stampa successivo alla comunicazione dei conti de Castries ha precisato che Axa non ha «alcun rapporto con le Generali. Personalmente nutro una gran stima per Antoine Bernheim». Di un possibile interesse di Axa per le Generali si parla ormai da anni, con il gruppo francese che ha puntualmente smentito di voler dare la scalata al Leone di Trieste. Secondo fonti informate, Axa esclude al 100% la possibilità di un'Opa ostile mentre non sarebbe contraria a un avvicinamento amichevole con le assicurazioni italiane. Negli ambienti finanziari parigini si ritiene che le Generali abbiano tre vie davanti a sé: l'indipendenza, l'alleanza con Axa per creare un peso massimo mondiale o lo shopping negli Stati Uniti.
Generali in Piazza Affari ha ceduto il 3,09% a 30,08 euro tra scambi vivaci per oltre 11,5 milioni di titoli scambiati, a fronte di una media giornaliera di 7,63 milioni. L'ondata di vendite, poi, non esclude Mediobanca (-2,37% a 17,57 euro), che tuttavia registra scambi in linea con la media giornaliera mensile, pari a 4,82 milioni di pezzi passati di mano.