Fanno faville i conti del gruppo Danone, leader mondiale del settore alimentare (tra i marchi l'acqua Evian e lo yogurt Actimel): l'anno scorso ha più che triplicato l'utile netto, da 464 milioni del 2004 a 1,46 miliardi di euro (pur sotto le stima, che prevedevano 1,556 miliardi) su un fatturato cresciuto del 6,1% a 13,02 miliardi.
In rialzo del 16% l'utile per azione a 4,14 euro, contro un'attesa di 4,11 euro. Il margine operativo è salito al 13,35% (+25 punti base). All'assemblea dei soci del 27 aprile sarà proposto un dividendo in rialzo del 26% a 1,7 euro per azione. L'amministratore delegato Frank Riboud ha commentato «le positive cifre 2005, in linea con i nostri obiettivi come ciascuno degli ultimi sei anni, illustrano la solidità del nostro modello. Il 2005 è stato positivo nonostante le maggiori difficoltà in Francia, dove registriamo il 22% del nostro fatturato, e una redditività frenata nel settore delle bevande, in particolare in Asia» a causa dell'aumento delle materie prime. Per il 2006 confermate le stime di una crescita organica del fatturato tra il 5 e il 7%, un progresso del margine operativo tra 20 e 40 punti base e un aumento dell'utile netto per azione oltre il 10%. Prevista anche un'operazione di riacquisto di azioni tra 600 e 800 milioni per rafforzare il proprio controllo a seguito delle presunte mire di Opa sul gruppo francese da parte di Pepsico o altri pretendenti. Alla Borsa di Parigi il titolo è in territorio positivo, oltre l'1 per cento.