L'americana Time Warner, la più grande media company del mondo, nel quarto trimestre del 2005, ha realizzato un utile netto di 1,37 miliardi di dollari, in crescita del 21% sull'anno precedente (miglior risultato da sei trimestri a questa parte), grazie ad una maggior redditività di gestione di tutte le sue divisioni, ma trainata in particolare da film come l'ultimo Harry Potter.
L'utile per azione è salito a 25 centesimi di dollaro contro i 20 di un anno prima, al di sopra delle attese degli analisti finanziari che si attendevano 22 centesimi.
Il fatturato risulta cresciuto del 7% a 11,9 miliardi e l'utile operativo è pari a 2,2 miliardi di dollari (+37% sullo stesso periodo 2004). Per il 2006 il gruppo americano si attende una crescita del suo ebitda «a singola cifra ma su valori alti», fra il 7% e il 9%, in rapporto ai 10,3 miliardi registrati nel 2005.
Risultati in ogni caso positivi dopo un anno in cui Time Warner ha perso il 2,6% al New York Stock Exchange e che negli ultimi giorni ha preso corpo l'intenzione dell'azionista miliardario Bill Icahn di operare pressioni per il cambiamento del chief executive officer: se le manovre di Icahn, che detiene il 3% con una terna di fondi, avessero successo, l'ex ceo di Viacom Frank Biondi prenderebbe il posto di Richard Parsons, finito in disgrazia presso l'aggressivo finanziere per avere largheggiato in spese per la nuova sontuosa sede della compagnia a Manhattan e comodi jet ad uso dei top manager. Accuse alle quali un portavoce ha già replicato che le uscite per il management finite nel mirino sono in linea con quelle delle corporate del settore diversificate come Time Warner.