Coppa America, M&N ha già vinto
di Fabrizio Lepri
dal Sole 24 Ore del 11 aprile 2007

Ha sfiorato l'America's Cup nel 1992 con il Moro di Venezia. Ci ha riprovato negli anni successivi, prima abbinandosi a Swiss Challenger,poi all'imbarcazione di Le Defi. Nel 2002, è diventato lo sponsor del team New Zealand, sconfitto in finale dalla barca svizzera Alinghi. «Ma — come dice la leggenda —nel torneo di vela più antico del mondo non esiste il secondo posto». Neanche tra gli sponsor. Così quest'anno l'azienda di abbigliamento Murphy&Nye (gruppo Sixty) è andata sul sicuro: con un investimento di 7,5 milioni di euro si è aggiudicata la licenza per realizzare le divise ufficiali della 32esima America's Cup, la prima che si disputa in Europa dal 1851.
La nuova formula del campionato — due anni di regate nei porti del Mediterraneo e finalissima a Valencia (Spagna) —, piace all'amministratore unico di Murphy& Nye, Giulio Sala, perché ha triplicato il bacino d'utenza della manifestazione. «Grazie all'effetto traino della coppa — spiega — incasseremo 22milioni di euro».L'azienda ha il mare nel Dna. Nata nel 1933 a Chicago, negli Stati Uniti, come produttrice di vele,si è spostata presto sul business dell'abbigliamento. Nel '93 il marchio è stato rilevato dal gruppo italiano Sixty. Quest'anno tutte le risorse saranno concentrate sull'evento di Valencia. Tre le linee d'abbigliamento lanciate in occasione della sfida: Essential, 1851 e Graffiti. La prima mette in risalto il logo dell'America's cup, la seconda si ispira alle storiche cerate da barca, la terza punta sui colori vivaci della creatività latina. Le cuciture a vista e un particolare processo di invecchiamento richiameranno le divise delle prime edizioni. Sono 435mila i capi pronti per la vendita nelle tre boutique aperte a Valencia, in 120 negozi monomarca e nei 700 punti vendita sparsi per il mondo. Il marchio potrà contare sull'alta visibilità garantita dalle passerelle dei vip che si alterneranno, tra il 3 aprile e il 7 luglio, sul palco dello Yacht club di Valencia. «La vela è uno sport in crescita, appetibile alle aziende perché associa l'idea del lusso a quelle della pulizia e del gioco di squadra».
Mai un problema di doping, tanto meno di scorrettezze e bilanci truccati. E la passione per la vela sta facendo rotta verso nuovi mercati, primo fra tutti quello asiatico: «Abbiamo aperto un negozio a Pechino e fino all'anno scorso siamo stati sponsor ufficiale dell'imbarcazione team China»,racconta Sala.L'abbinamento con l'America's Cup potrebbe fare da grimaldello per "sfondare" nei Paesi dell'ex Unione Sovietica, dove i nuovi ricchi stanno scoprendo il gusto della vela, che praticano a largo del mar Nero. Il mercato russo già vale l'8% dei 122 milioni di euro di fatturato complessivo.
L'altra scommessa è quella di presidiare una rete esclusiva di porti, più o meno grandi, frequentati dal "circus" mondiale dei velisti: nel 2007, per esempio, decine di negozi saranno aperte a Capri, Ischia, AteneKifissia, Bodrum (Turchia) e Dubai. E ancora a Hong Kong e nell'isola di Macao. Negli ultimi anni è cresciuta molto la nicchia dei capi da competizione ad alto contenuto tecniconautico. Per questo Murphy&Nye, oltre a sponsorizzare l'America's Cup, fornirà le divise ufficiali a due squadre in gara, United internet team Germany e team New Zealand: «La collaborazione con gli equipaggi è fondamentale. Loro testano i nostri capi 365 giorni all'anno in condizioni climatiche estreme, fornendoci così il knowhow per stare al passo con i tempi», assicura Sala. L'altro vantaggio delle sponsorizzazioni a singoli equipaggi è la "regionalizzazione" del marchio.
Anche se United internet team Germany non è tra i favoriti per la vittoria della coppa, l'abbinamento ha fatto lievitare le vendite dei capi Murphy&Nye sul mercato tedesco. Le regate si avvicinano. Sala sarà in prima fila, sul lungomare valenciano della Malvarrosa. «Da uomo d'affari, spero nella vittoria di New Zealand — sorride — ma il mio cuore è dalla parte delle barche italiane: Mascalzone Latino, +39 e Luna Rossa». E chissà, nella prossima edizione, Murphy&Nye potrebbe sponsorizzare un team made in Italy,quasi vent'anni dopo il sogno, svanito sul traguardo, del Moro di Venezia.