Valencia, la Spagna vince ancora
di Stefano Salis

Quando, nel 1995, lo scafo Black Magic si aggiudicò l'America's Cup contro Young America nel porto di San Diego, il maggior quotidiano sportivo spagnolo, «Marca», non ritenne opportuno dedicare all'evento nemmeno una riga. Oggi, tutti i giorni, dedica uno spazio adeguato alla più prestigiosa manifestazione velica del mondo. E non solo perché la coppa si disputerà nel mare di Valencia e mancano cinque giorni all'inizio della fase finale, né soltanto perché la competizione sportiva sia l'unica fonte di interesse. Già: come tutti i giornali spagnoli, anche «Marca», in queste ore, ha dato grande enfasi a uno studio presentato dal Centro de Studio Económicos Tomillo. Che dimostra, forse persino al di là delle previsioni, quale business sia ormai diventata la Coppa.
Numeri da record, dunque, per la 32a edizione di un trofeo nato nel 1851 e che per la prima volta in assoluto disputa in Europa. Le stime economiche parlano di una ricaduta che permetterà, in otto anni, fino al 2015, di creare 61.300 posti lavoro tra Valencia e il resto della regione e un movimento di un fiume di denaro: sei miliardi di euro. Il documento è il riassunto di quanto è stato fatto finora dalla città e dal governo federale spagnolo e permette di valutare l'estrema importanza dell'aggiudicazione della Coppa (Valencia ha battuto Marsiglia, Lisbona e Napoli). Forse pecca di ottimismo, se si pensa che un analogo studio di Deutsche Postbank per i Mondiali di calcio 2006 in Germania stimò in 10 miliardi di euro l'impatto economico del calcio sull'economia tedesca ma in ogni caso, a fronte di una spesa per infrastrutture di due miliardi di euro (compreso il sontuoso Porto America's Cup, consegnato qualche giorno fa nel pieno rispetto dei tempi, tre anni), la sola provincia di Valencia adesso si aspetta di guadagnarne 3,7 e di ottenere stabilmente 40.770 posti di lavoro. Sarà il settore dei servizi a trainare l'economia locale, con un incremento del fatturato di 1,5 miliardi di euro. Al resto della Spagna torneranno 2,5 miliardi di euro e 20mila posti di lavoro.
In pratica per ogni euro investito sulla Coppa, l'economia spagnola ne ricaverà tre. Con aumenti decisivi per il turismo (300 mila visitatori previsti alle regate, con spesa pro capite media giornaliera di 80 euro e flusso garantito per i prossimi anni) e infrastrutture migliorate per decenni: dall'aeroporto Manises (ristrutturato con 105 milioni di euro) al porto nuovo, 900mila metri quadrati tirati a lucido.
La Spagna può cantare vittoria, perciò, ben prima che le vele si siano spiegate al vento e le chiglie scoperte (la cerimonia dell'«unveiling» sarà effettuata domenica). Del resto, uno studio dello stesso tipo realizzato dal governo neozelandese per valutare l'impatto economico della scorsa edizione (Auckland 2003), persa da New Zealand a favore degli svizzeri di Alinghi, valutava una crescita per la regione di 500 milioni di dollari all'anno per tre anni. Tanto che il governo neozelandese ha investito parecchio nel challenger Emirates New Zealand, diventandone sponsor.
I detentori svizzeri di Alinghi (barca dell'industriale farmaceutico Ernesto Bertarelli) hanno organizzato tutto alla perfezione. Appena messa in cassaforte la «Auld Cup» (come viene chiamata la slanciata brocca in argento), infatti, hanno costituito un'apposita società, l'Ac Management, affidata a Michel Bonnefous, con il compito di organizzare e gestire la corsa. Fino al 2003 la competizione era gestita dallo yacht club difensore, mentre il Challenger of Record organizzava le selezioni sfidanti (Louis Vuitton Cup) per designare lo sfidante ufficiale. I due eventi però erano, di fatto, del tutto indipendenti tra loro e comportavano un duplice sforzo. L'organizzazione di Ac Management (oggi circa 130 dipendenti, più volontari e dipendenti a contratto) presenta risultati eccellenti. Nuove regole, con regate più spettacolari e più appetibili per la tv e, soprattutto, un'eccellente attenzione all'economia. Con un budget di 232 milioni di euro (90 milioni sono stati versati da Valencia) ne verranno guadagnati 27, metà dei quali redistribuiti ai 12 team partecipanti. Quattro partner principali, affidabili e generosi (Louis Vuitton, Endesa, Banco Santander e Alcatel-Lucent) e una decina di supporters (tra cui Vodafone, Adecco, Coca Cola, Nespresso, Ford...), hanno assicurato un centinaio di milioni. La vendita di diritti tv ha fruttato poco, in confronto, circa 15 milioni di euro.
Bonnefous guarda ormai al futuro: Alinghi ha buone possibilità di rivincere il trofeo. E vuole rimetterlo in palio già nel 2009. Non si sa dove, ma molte città di mare sperano di essere le prescelte. E non certo per finire nelle cronache dei giornali sportivi.