Luna Rossa torna in finale dopo sette anni: ecco i segreti del successo
di Luca Re
Il destino di Oracle era già scritto? Cassandra, forse, ha sussurrato all'orecchio di Larry Ellison che la sua barca avrebbe perso la battaglia delle semifinali contro Luna Rossa. Il favore del pronostico era tutto per l'equipaggio americano, che sembrava un avversario troppo forte per la Luna. La barca di Francesco de Angelis, invece, spazza via i sogni di gloria a stelle e strisce, schiaffeggiando la ciurma dello skipper Chris Dickson (sostituito da Sten Mohr nell'ultimo match) con lo schiacciante risultato di 5-1. È la prima volta che gli Stati Uniti rimangono esclusi dalla finale della Vuitton Cup, dove torna invece la Luna dopo sette anni: nel 2000 alzò il trofeo battendo America One di Paul Cayard per 5-4. È la terza finale per una barca italiana, sommando l'impresa del Moro di Venezia nel 1992.

Lo skipper de Angelis: «Continueremo a sviluppare la barca»

Lo skipper di Luna Rossa è il tipico velista che rifiuta i pronostici: «Si continua a fare l'errore di credere che nello sport le vittorie siano scontate - sostiene Francesco de Angelis al termine della sfida decisiva - La semifinale è stata molto più difficile di quello che può far credere il risultato. Dobbiamo rimanere concentrati sul programma. Dopo aver ricaricato le pile continueremo a sviluppare la barca». D'altronde il cammino è ancora lungo: la finale inizia il primo giugno, aspettando di conoscere il rivale tra Team New Zealand e Desafío Español (ora sul punteggio di 4-2 per i kiwi). De Angelis ha preso in mano il team nel ruolo di skipper dal 2002, l'anno della disfatta contro One World in semifinale: adesso è il direttore d'orchestra di un equipaggio armonico, spesso imprevedibile, spietato, regolare come un computer. La prova di forza di Luna Rossa è devastante, considerando anche i progressi fatti dai Round Robin, quando sembrava un gradino sotto agli americani. Quali sono le chiavi del successo?

James Spithill e Torben Grael, coppia vincente

Per capire i segreti di Luna Rossa bisogna cominciare dallo stakanovismo scaramantico del napoletano de Angelis: lavorare molto e parlare pochissimo. La barca italiana è quella che ha sfoggiato i miglioramenti più incisivi, imparando dai propri errori. Le partenze fulminanti di James Spithill sono state il primo punteruolo per affondare Oracle: il giovane talento australiano ha stracciato Dickson, con l'apoteosi delle due penalità rifilate nella penultima sfida (costata il siluramento a Dickson). Spithill è sempre scattato sul lato favorevole del campo di gara, guidato dal mago del vento, Torben Grael. Il doppio vantaggio iniziale (partenza più scelta azzeccata del lato destro o sinistro) ha permesso a Luna Rossa di navigare sempre davanti a Oracle, in totale dominio della regata. Grael ha inseguito le raffiche di Eolo, realizzando quel mix diabolico che nessun altro è capace di gestire: fiuto del vento e marcatura dell'avversario. Questo significa libertà e controllo, istinto e razionalità; una tattica spiazzante, che ha reso nervosi gli americani, incapaci di reagire. Bisogna poi menzionare la perfezione delle manovre e le accelerazioni brucianti nelle andature di bolina, più l'incremento di prestazioni in poppa, unico punto debole della Luna nelle prime sfide.

21 maggio 2007