Luna Rossa contro New Zealand, una finale col sapore della rivincita
di Luca Re

Luna Rossa contro Team New Zealand, sette anni dopo: la finale della Vuitton Cup contiene il retrogusto inebriante della rivincita. Questo è il flashback necessario per comprendere il sapore antico della sfida che si rinnova: è il 20 febbraio del 2000 e siamo ad Auckland, in Nuova Zelanda. Luna Rossa è "silver bullet", proiettile d'argento. Ha vinto la Vuitton Cup battendo America One di Paul Cayard e sta per affrontare il defender della Coppa America, Team New Zealand. Francesco de Angelis, il timoniere di Prada, è costretto a bere un calice amaro al termine dello scontro, con la sconfitta per 5-0 inflitta dal rivale Russel Coutts. Fine dei ricordi: adesso de Angelis è lo skipper, Luna Rossa è dipinta di nero e corre la finale della Vuitton, ma l'avversario è lo stesso di allora.

Una partenza in parità

Quale barca è favorita? Le statistiche segnalano parità assoluta, se consideriamo le regate della Vuitton. Le squadre hanno sempre corso con lo scafo più nuovo, ITA 94 e NZL 92, conquistando rispettivamente 21 vittorie su 26 match disputati e 22 su 27 (81 per cento di successi). I team si sono incontrati due volte nei gironi eliminatori, con una vittoria per parte. Luna Rossa si è dimostrata imbattibile per gli americani di Oracle nelle semifinali, soprattutto di bolina, con lo schiacciante risultato di 5-1. James Spithill ha dominato le partenze, mentre il fiuto del vento di Torben Grael ha spinto la Luna in testa al passaggio di tutte le boe. I kiwi, che hanno silurato Desafío per 5-2, possiedono una barca veloce e affidabile, per sostenere la missione dell'equipaggio: riportare la coppa in patria, come recita il motto della sfida (bring it back home). New Zealand vinse il trofeo nel 1995, poi lo difese con successo nel 2000 nella finale con Luna Rossa; infine lo perse contro Alinghi nel 2003.

La battaglia tra tattici e timonieri
L'esito della sfida è davvero imprevedibile, perché i due team esprimono filosofie diverse. Torben Grael, il tattico brasiliano di Luna Rossa, è un asceta del vento, che spesso decide di puntare alla boa inseguendo le raffiche propizie, disinteressandosi delle manovre compiute dall'avversario. Il tattico americano dei kiwi, Terry Hutchinson, rispetta invece il copione classico del match race, prevedibile ma efficiente, che innesca la marcatura stretta e dunque uno scontro ravvicinato. Luna Rossa predilige uno stile creativo, una sorta di canovaccio con licenza d'improvvisazione in base alle condizioni del vento e del mare. La partenza è un altro elemento essenziale del match race: sarà un derby tra l'australiano James Spithill e il neozelandese Dean Barker. Il ventisettenne Spithill si è mangiato la volpe Chris Dickson di Oracle in semifinale, segnando la fine della vecchia guardia in favore dei giovani aggressivi e coraggiosi. Barker, 34 anni, ha mostrato qualche incertezza nelle fasi dello start: il cinismo di Spithill, sempre concentrato anche sul filo della penalità, potrebbe mettere in crisi lo stile più canonico del timoniere neozelandese.
31 maggio 2007