Alinghi, un bis targato Europa. Bertarelli: «La vittoria più bella e difficile»
di Luca Re
Coppa America, Alinghi ha servito il bis della sua formula magica: velocità, dedizione, lavoro di squadra. Il tutto amalgamato dai quattrini del patron Ernesto Bertarelli. La vecchia brocca rimane dunque in Europa, con buona pace dei neozelandesi che volevano riportarsela al capo opposto del globo. L'edizione numero 32 ha mantenuto le promesse di regate spettacolari (nonostante la bonaccia iniziale), più ravvicinate che in passato, come si è visto nella finale vinta per 5-2 dal defender svizzero.
Una squadra imbattibile
«Questa vittoria è più bella di quella del 2003 - dichiara Bertarelli - più difficile di quanto pensavo. Abbiamo avuto alti e bassi, ma in questo momento voglio ringraziare tutti. Tra i primi Brad Butterworth per essere stato uno skipper eccellente e poi Ed Baird che ha sopportato benissimo la pressione nel suo ruolo di timoniere». La vittoria significa la quarta coppa consecutiva per lo skipper kiwi Brad Butterworth e altri uomini che erano a bordo di Black Magic nel '95: Murray Jones, Dean Phipps, Warwick Fleury e Simon Daubney. Il ruolino di marcia è impressionante: 20 vittorie con due sole sconfitte, quelle rimediate da New Zealand a Valencia. È questo nocciolo duro di kiwi che ha permesso alla Svizzera di conquistare la coppa nel 2003 (con Russel Coutts al timone), per poi concedere il bis nel Mediterraneo. L'equipaggio è però diventato più internazionale, veramente solido e quasi imbattibile. Ci sono anche tre italiani: Francesco Rapetti (secondo successo), Claudio Celon e Lorenzo Mazza.
Il futuro della coppa
Bertarelli è così riuscito nell'impresa sempre sfuggita ai suoi predecessori, miliardari e amanti della vela: vincere la coppa, portarla in Europa e difenderla dall'assalto dello sfidante, trasformandola in un business, per quantità di pubblico e sponsor. Ora è tempo di festeggiare, ma il futuro già preme alle porte. Bertarelli vuol mostrare le prime carte subito dopo la sbornia dello champagne. Il destino della coppa si gioca su più livelli: innanzi tutto la dichiarazione ufficiale del Challenger of Record, vale a dire il primo sfidante che avrà il compito di stabilire le regole della prossima edizione insieme al defender. Poi bisognerà decidere la nuova sede: sempre Valencia, o Marsiglia, o Trapani?
Infine si dovrà stabilire il formato della competizione numero 33, la data d'inizio delle regate, l'eventuale cambio di classe delle barche partecipanti. La formula dovrebbe mantenere lo schema collaudato: atti preliminari in giro per l'Europa, Vuitton Cup e finale a Valencia, per ottimizzare gli investimenti già sostenuti e incoraggiare i team più piccoli. Certo le decisioni vanno prese in fretta: se la data sarà davvero tra due anni o tre al massimo, le squadre dovranno iniziare già in autunno gli allenamenti e i progetti dei nuovi scafi. Bisogna poi considerare il mercato dei timonieri, con il possibile ritorno di Russel Coutts (corteggiato da Larry Ellison per Oracle) e di Paul Cayard.
4 luglio 2007