Per riaprire i cancelli servono 35 milioni

di Luca Benacchi

Poco più di trentacinque milioni di euro (35.190.000 euro per la precisione) da spendere in tutta fretta per mettersi in regola con il decreto Pisanu. Tanto costerà a club e Comuni riaprire ai tifosi le porte degli stadi non a norma. Quella di ieri è stata una giornata febbrile a Milano, Firenze, Livorno, Udine, Verona, Bergamo, Ascoli, Empoli, Cagliari, e Catania. Una situazione confusa anche per il continuo rimpallo di responsabilità tra società ed enti locali. Molti amministratori infatti si rifiutano di tirar fuori altri quattrini per ristrutturare gli impianti.
Sulle prospettive di San Siro, Adriano Galliani ha assicurato che sia Milan che Inter sono in perfetta sintonia con il prefetto e il questore. «I due club - ha spiegato il vice-presidente rossonero - hanno presentato un progetto per la messa in sicurezza dello stadio nell'aprile 2005. Abbiamo anticipato 20 milioni di euro per i lavori ma prima di ottobre gli interventi non saranno terminati».
Anche a Firenze si dovrà aspettare da due a sei mesi prima di poter riaprire lo stadio Artemio Franchi (47.800 posti). Qui ci sono gli steward (a carico della società calcistica), ma manca la videosorveglianza, i tornelli e il biglietto elettronico. La polemica degli ultimi giorni riguarda però chi dovrà sostenere le spese che dovrebbero ammontare a un paio di milioni di euro. L'amministrazione sostiene che i lavori devono essere pagati integralmente dalla Fiorentina. La società calcistica invece crede che l'investimento dovrebbe essere equamente diviso. Il nodo è ancora da sciogliere.
Anche all'Armando Picchi di Livorno mancano i tornelli e la zona di prefiltraggio. E per realizzarli occorrerebbero circa 2 milioni di euro e almeno 3-4 mesi di tempo. Il Comune ha dichiarato che non sosterrà più alcuna spesa per la manutenzione della struttura. Dal canto suo il presidente Aldo Spinelli ha fatto sapere che si muoverà solo se ci saranno agevolazioni o incentivi fiscali.
Se il Friuli è il primo stadio italiano dove è stata eliminata ogni barriera fra pubblico e terreno di gioco, a Udine aspettano ancora i varchi d'ingresso e le telecamere. Ma niente dispute: sarà il Comune a stanziare 2,7 milioni per i lavori di ammodernamento.
A buon punto sembra anche il Bentegodi di Verona. Mancano praticamente solo i tornelli ed una revisione dell'utilizzo dei cancelli. La spesa prevista è di quasi 2 milioni di euro. Nella città scaligera sembra che si sia trovato un accordo fra le due società (Chievo ed Hellas) e il Comune per una parziale ripartizione della spesa. Sarà poi l'Atalanta a farsi carico dei costi per rinnovare la struttura dell'Azzurri d'Italia di Bergamo. Il Comune non ne vuole sapere di sborsare i 2 milioni necessari anche se ha intavolato una trattativa per trasformare il contratto d'affitto in concessione pluriennale.
La vicenda dello stadio Del Duca di Ascoli (20.500 posti) è invece una delle più complesse. E non solo perché il Comune e l'Ascoli cercano di accollarsi il meno possibile dei 2,5 milioni di spesa previsti. Il problema è che amministrazione comunale e società hanno cominciato a discutere sulle aree di prefiltraggio finendo persino in tribunale. A peggiorare le cose c'è anche il fatto che lo stadio è gestito da 40 anni dall'Ascoli Calcio ma il Comune ritiene che la convenzione sia scaduta.
A Empoli la questione della messa in sicurezza dello stadio Carlo Castellani sarà risolta rapidamente, tanto che la squadra giocherà probabilmente a porte chiuse solo due o tre partite. L'impianto sportivo (17mila posti, al di sotto della soglia richiesta dalla Lega Calcio), di proprietà del Comune, è dotato di tutto ciò che richiedono le norme Pisanu, tranne i tornelli informatizzati. Ma con una spesa di 140mila euro, equamente divisa tra l'amministrazione locale e l'Empoli, il futuro immediato sembra sereno.
Tranquillizzanti anche le condizioni del Sant'Elia di Cagliari dove la società ha già investito 1,2 milioni di euro. Restano soltanto da spendere altri 20-30mila euro per il collegamento in fibra ottica con il Viminale.
All'Angelo Massimino di Catania invece mancano i lettori ottici ai tornelli d'ingresso. Neppure il sistema di videosorveglianza è ancora a norma. Il Comune promette di accelerare i lavori per i restanti 750mila euro da investire ma ci vorranno almeno due mesi per rendere operativo l'impianto.
In via di rapida risoluzione anche i piccoli problemi riscontrati allo stadio Oreste Granillo di Reggio Calabria e al San Filippo di Messina.
Hanno collaborato Luigi Dell'Olio,
Sara Monaci, Lanfranco Olivieri
e Orazio Vecchio

8 febbraio 2007