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| NELLA STORIA | ||
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| Miguel Indurain (Villava, Spagna, 1964) |
| Il Navarro |
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| Originario della regione spagnola della Navarra – da qui il suo soprannome, “il Navarro” – classe 1964, Miguel Indurain è l’atleta da battere nei primi anni Novanta, quando infila, primo nella storia del ciclismo, una serie di cinque vittorie consecutive al Tour de France (1991-1995). Atleta dotato di un fisico fuori dalla norma e capace di sbaragliare gli avversari nelle gare a cronometro grazie a una potenza stupefacente, mette a segno, in una straordinaria tappa a cronometro del Tour 1992, un risultato storico, distaccando il secondo classificato di quasi tre minuti. Nato per le corse a tappe, imprime il suo sigillo soprattutto nella storia della Grande Boucle, ma compie gesta di altissimo livello sportivo anche al Giro d’Italia, grazie alla sua forza in montagna ma soprattutto alla sua abilità a cronometro. Indurain vince a undici anni vince la sua prima corsa ufficiale, vestendo i colori del Club Ciclista Villavès. Dopo la vittoria nel Campionato nazionale dei dilettanti nel 1983, passa alla categoria professionisti nel settembre del 1984 e da allora militerà sempre nello stesso gruppo sportivo, la Reynolds (poi Banesto), guidata da Josè Miguel Echavarri. Cresce intanto all'ombra di un grande atleta come Pedro Delgado, di cui è per qualche anno fedele gregario, aiutandolo nella conquista del Tour de France del 1988. Dopo cinque anni di esperienza e i successi di tappa nel 1989 e nel 1990, l'allievo supera il maestro nel corso del Tour de France del 1991: Indurain, diventato capitano, vince dominando le due cronometro (ad Alencon e a Macon) e grazie ad un’azione offensiva nella tappa pirenaica di Val Louron al fianco di Claudio Chiappucci. Ha inizio ufficialmente il dominio del Navarro. Nel 1992 Indurain fa il suo esordio al Giro d'Italia, vincendo subito la corsa rosa dopo aver disintegrato la concorrenza degli italiani nella cronometro di Sansepolcro. Al Tour il copione si ripete: sbaraglia gli avversari nella crono di Lussemburgo e amministra il vantaggio sulle montagne. L'anno dopo bissa l'accoppiata Giro-Tour, eguagliando campioni come Anquetil, Coppi, Merckx, Hinault e Roche. Grazie alle sue prestazioni a cronometro e all'incredibile regolarità centra le cinque vittorie consecutive nel Tour, impresa non riuscita nemmeno a Merckx, Hinault e Anquetil - gli altri tre campioni che hanno realizzato la cinquina alla corsa francese – e superata nella storia solo dall'americano Lance Armstrong (dominatore assoluto della Grande Boucle dal 1999 al 2005). I successi ne fanno un campione temutissimo, anche se non particolarmente amato da chi nel ciclismo ricerca forti emozioni: nel Navarro la grande potenza atletica si sposa infatti con un notevole acume tattico, qualità che gli permettono di centrare imprese storiche senza fare troppo clamore, rispettando una consuetudine alla vittoria che diventa quasi una regola indiscutibile. Indurain vanta anche la vittoria in due Parigi-Nizza, in due Giri di Catalogna, un secondo posto alla Vuelta del 1991 e un terzo piazzamento al Giro del 1994. La convinzione che Indurain sia solo un atleta da corse a tappe va rivista alla luce dei suoi piazzamenti nelle classiche a cui ha puntato: sono suoi un terzo posto e due secondi posti ai Campionati del Mondo; il Mondiale a cronometro nel 1995 e il record dell'ora di 53,040 km, stabilito nel velodromo di Bordeaux il 2 settembre 1994. Dopo la mezza delusione del Mondiale colombiano del 1995 (arriva secondo dopo il connazionale Olano), Indurain fallisce un nuovo tentativo di record dell'ora a Bogotà e nel 1996 viene detronizzato al Tour de France dal danese Bjarne Rijs. Comincia la parabola discendente del campione spagnolo, che decide così di porre fine alla propria carriera suggellandola con la medaglia olimpica nella prova a cronometro conquistata ad Atlanta. Indurain si dedica ora ad diverse attività economiche, seguendo ancora il mondo del ciclismo curando rubriche per la stampa spagnola in occasione delle grandi corse internazionali. |
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