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NELLA STORIA


Eddy Merckx (Meensel-Kiezegem, Bruxelles 1945)
Il Cannibale

Il più grande ciclista di tutti i tempi insieme a Fausto Coppi, ma più vincente rispetto al Campionissimo, penalizzato nella sua carriera dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Il palmares di Merckx è impressionante: corse a tappe, campionati del mondo, grandi classiche, record dell'ora, niente gli è sfuggito. Potente in pianura, forte in salita, veloce allo sprint, Merckx è un corridore completo, che non lascia ai suoi avversari neanche i traguardi minori. Da queste caratteristiche prende il suo soprannome: “il Cannibale”, ironico aggettivo che spiega la sua insaziabile fame di successi.
Fin da piccolo Merckx mostra una spiccata predisposizione per lo sport, praticando molte discipline, tra cui il ping-pong, il calcio e il pugilato. Nel ciclismo impiega poco tempo per mostrare tutte le sue potenzialità in questa disciplina. A soli diciannove anni - corre l'anno 1964 - è già campione mondiale della categoria dei dilettanti. L’anno seguente passa al ciclismo professionistico, esordendo nella Freccia-Vallone. Ottiene il primo successo importante alla Milano-Sanremo del 1966, la prima delle sette che vincerà in carriera. Nel 1967 Merckx partecipa al suo primo Giro d'Italia, quello in cui vince Gimondi, dove arriva soltanto nono conquistando una vittoria di tappa. Nello stesso anno vince il primo campionato del mondo della sua carriera. Viene ingaggiato da una squadra italiana, la Faema, con la quale inizia una lunga stagione di successi. Per circa un decennio sarà il signore assoluto del ciclismo, vincendo praticamente tutto quanto di importante la disciplina mette in palio. Nel 1968 Merckx vince la Parigi-Roubaix e il suo primo Giro d'Italia. L’anno successivo vince per la terza volta la Milano-Sanremo, la Liegi-Bastogne-Liegi , il Giro delle Fiandre, ma viene squalificato per doping da un Giro d'Italia che lo vede grande favorito. Smanioso di riscatto Merckx domina il Tour de France alla sua prima partecipazione, staccando il secondo arrivato di quasi diciotto minuti. Il dominio di Merckx è assoluto e la sua sete di vittoria è insaziabile. Felice Gimondi è l'unico ciclista a sapersi ritagliare un certo spazio dietro al campione belga. Vince entrambe le principali corse a tappe, Giro e Tour, nel 1970, nel 1972 e nel 1974, battendo in questo anche Fausto Coppi, che di doppiette ne aveva totalizzate due. Nel 1972 migliora il record dell'ora percorrendo la distanza di 49 chilometri e 432 metri.
Merckx avverte i primi segni di cedimento fisico al Tour de France del 1975, quando, trentenne, anziché privilegiare la tattica, imposta come sempre la gara all'insegna della forza e dell'irruenza: una scelta che gli costa la maglia gialla, che sarà indossata a Parigi dal francese Thevenet.
Merckx cambia squadra, riuscendo a vincere ancora alcune gare importanti (l'ultima è la Milano-Sanremo del 1976), ma il suo lungo regno è ormai terminato. Sulle spalle e sulle gambe del campione cominciano a pesare i troppi chilometri percorsi e gli anni passati a vincere sulle strade di tutta Europa: il suo fisico, già abbastanza logorato, non lo supporta più come prima. Si ritira dall'attività agonistica nel 1977. In totale in carriera ha vinto 525 corse su 1800 cui ha partecipato.
Numeri da leggenda.


 
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