Stadi sicuri: la mappa completa città regione per regione

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9 agosto 2007

SONDAGGIO / Chi vincerà il campionato?
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Speciale calcio e violenza

Solo pochi mesi fa - erano i primi giorni di febbraio - le violenze allo stadio Massimino di Catania e la morte dell'ispettore di polizia Filippo Raciti facevano esplodere il problema della sicurezza negli stadi. Lo Stato intervenne con un paccheto di norme per aumentare la sicurezza degli impianti sportivi ed evitare ulteriori tragedie.

Il cosiddetto "Pacchetto Pisanu" (decreto 6 giugno 2005 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 30 giugno 2005) prevede:
1) tornelli d'ingresso a tutta altezza e zona di prefiltraggio-area di sicurezza attorno all'impianto;
2) posti numerati e divisione tra settori e tra spettatori e campo di gioco;
3) illuminazione adeguata;
4) impianto di video sorveglianza a circuito chiuso interna ed esterna (e adatta alle notturne) con stanza di regia a disposizone della questura
5) posto di polizia attrezzato;
inoltre, non strettamente legati all'impianto:
6) biglietti nominativi;
7) personale di assistenza-sicurezza privata delle società all'interno degli impianti

La legge 4 aprile 2007 (conversione del Dl 8 febbraio 2007) introduce nuove norme (inasprimento diffida e flagranza differita, divieto di vendita biglietti in blocco, divieto striscioni violenti, inasprimento pene) ma dal punto di vista dell'impiantistica non apporta grosse novità rispetto al pacchetto Pisanu.

Prevede però che:
a) le partite non siano giocate/siano disputate a porte chiuse o con i soli abbonati negli stadi non a norma; la decisione è del prefetto secondo le indicazioni dell'Osservatorio nazionale;
b) che le norme siano applicate alle strutture di capienza superiore ai 7.500 spettatori e non soo a quelle di più di 10mila come prevedeva il decreto Pisanu (in molti stadi era stata abbassata la capienza per evitare l'adeguamento);
c) che i costi delle opere di adeguamento siano a carico delle società. Nel decreto infatti si legge: «All'adeguamento degli impianti possono provvedere, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, le società utilizzatrici degli impianti medesimi». Spesso però, in passato, alcuni comuni hanno pagato di tasca propria come proprietari degli impianti. Recentemente l'Anci ha ribadito che i costi devono essere a carico delle società, segno che in materia non è stata fatta del tutto chiarezza.

Questione a parte per gli steward: è in via di definizione un decreto ministeriale che regoli compiti e formazione di questa figura, nonchè il numero minimo per spettatori.

In ogni caso, conclusa un'estate relativamente tranquilla per quanto riguarda il mondo del calcio, i campionati ripartiranno l'ultimo fine settimana di agosto. A che punto sono i lavori di adeguamento degli impianti alla nuova normativa? Il punto della situazione nelle schede.

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