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18 LUGLIO 2008


Petrolio: cauta su speculazione, Ue accorcia i tempi sugli stock
di Antonio Pollio Salimbeni (corrispondente da Bruxelles di Radiocor)*
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E' nota l'avversione della Commissione europea (e della maggioranza dei governi esclusi Italia e Austria) alla tesi secondo cui la speculazione finanziaria nei mercati del petrolio gioca un ruolo importante nella rocambolesca ascesa dei prezzi del greggio. Ciononostante da circa un mese l'allarme è suonato e tutte le autorità antitrust nazionali hanno aperto un dossier "materie prime" (Italia compresa). A Bruxelles, come ha confermato al Sole 24 Ore, il presidente dell'Antitrust Antonio Catricalà, è stato affidato a una unità della Concorrenza il compito di analizzare i mercati delle materie prime alimentari (in particolare latte e cereali) sul versante dei comportamenti collusivi tra imprese. Sapendo che il confine tra speculazione e collusione è molto "labile", come dice Catricalà.

Quanto al petrolio, se è vero che sono le imprese a esportarlo e non gli stati, finora sul tavolo comunitario non risulta esserci nulla. In passato a Bruxelles qualcuno si era messo in testa di verificare se le politiche del cartello petrolifero violassero il diritto di concorrenza, ma di questo lavoro non si trova traccia significativa. Se ne è occupato otto anni fa il Comitato economico sociale. Commentando il rapporto sulla Concorrenza del 2000, il Comitato affermò che "le politiche di cartello condotte dall'Opec e anche dalle società petrolifere contrastano chiaramente con la politica di concorrenza e dovrebbero essere fronteggiate con strumenti appropriati e la necessaria determinazione politica".

Tra le "necessità" quella di una cooperazione internazionale tra autorità, in assenza della quale "la Commissione può solo applicare l'articolo 81 del Trattato che proibisce i cartelli, che copre solo il comportamento delle imprese, non si applica all'azione degli stati sovrani anche se il mercato comune ne è colpito".

Da allora non c'è stato niente e, d'altra parte, il Comitato economico e sociale è organo consultivo dell'Unione europea di limitatissimi rilievo politico-istituzionale.
La notizia secondo cui la "task force" americana creata dal governo per studiare il ruolo della speculazione (ne fanno parte regolatore delle Borse di commercio, Commodity Futures Trading Commission, i ministeri di agricoltura, trasporti ed energia, Fed, Federal Trade Commission e l'organismo di controllo della Borsa (Sec) non ritiene che la speculazione sia stata "sistematicamente" all'origine dei mutamenti dei prezzi del petrolio né l'abbia "preceduti", è stata accolta con un sorriso dagli addetti ai lavori comunitari. A conferma dello scetticismo.

Come ha recentemente spiegato l'economista del Centre for European Policy Studies di Bruxelles Daniel Gros, il vero colpevole dell'aumento dei prezzi dovrebbe essere additato nell'aspettativa che i prezzi possono solo salire", nella "bolla" cinese. Speculatori e produttori scommettono sul fatto che la Cina sosterrà per sempre prezzi alti e ciò, sostiene Gros, certamente "non induce i produttori ad aumentare l'estrazione". Infatti, il re saudita Abdullah ritiene saggio lasciare il petrolio sotto terra perché i "nostri figli" ne faranno un uso migliore.

La valutazione conclusiva della Ue sulla questione è attesa per i primi di settembre quando i ministri dell'economia si riuniranno a Nizza. E in autunno è attesa una decisione sugli stock di greggio che dovranno essere pubblicati ogni settimana invece che ogni due mesi. La conoscenza degli stock di emergenza (almeno 90 giorni di copertura) viene considerata un fattore molto importante vista le vulnerabilità plurime del mercato (produttori in aree geopolitiche a rischio, clima, prezzi), un "deterrente" dice la Commissione europea, "per proteggere le economie dalle conseguenze avverse di interruzioni delle forniture e della relativa speculazione".


Antonio Pollio Salimbeni, esperto di economia internazionale, dal 2002 è corrispondente a Bruxelles per Il Sole 24 Ore Radiocor. Già inviato e corrispondente a Washington per l'Unità, ha vinto i premi giornalistici Saint Vincent 1997 e Lingotto 1999. Ha pubblicato "Il drago, Hong Kong, la Cina e l'Occidente alla vigilia del nuovo millennio" (con L.Tamburrino, Donzelli 1997), "Il grande mercato. Realtà e miti della globalizzazione" (Bruno Mondadori1999), "Lo sviluppo insostenibile" (con P.Greco, BrunoMondadori 2003).

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