Giusto il tempo di finire i brindisi per il nuovo anno e la sfida della Formula Uno è già ripartita. Da debita distanza, per ora, i due protagonisti della stagione più avvincente degli ultimi anni incominciano a scaldare i motori. Ventiquattro ore dopo il guanto di sfida lanciato da Maranello dalla Ferrari, arriva la risposta dei rivali della casa anglo-tedesca.
Non dall'Inghilterra, però, questa volta, ma da Stoccarda. Dal museo della Mercedes, cuore teutonico di un team oggi alla ricerca del riscatto dopo la brutta figura della spy-story. Il taglio netto con una delle vicende più torbide della F1, passa anche attraverso la scelta del luogo dove presentare il nuovo bolide. Segno, geograficamente manifesto, della volontà dell'azionista di maggioranza di contare di più. Tendenza resa evidente anche dal ruolo defilato, quasi marginale, di Ron Dennis.
Se la sfida fosse stata solo sui tempi, la Ferrari l'avrebbe già vinta. In anticipo di un giorno, il team di Maranello ha dato subito l'impressione di costringere i rivali alla rincorsa per riuscire a rispondere in tempo utile.
Nonostante le perplessità di Jean Todt sulla centralina unica firmata McLaren, nei box del Cavallino prevale la soddisfazione per la nuova auto. E, dopo 55 giri di prova, Raikkonen, contento, fa sapere di avere già trovato una buona intesa con la F2008. La nuova monoposto scarlatta, insomma, è pronta a dare battaglia alla MP4-23 anglo-tedesca. Una lotta che, dopo le rispettive presentazioni, sembra destinata ad essere combattuta con armi diverse, studiate e realizzate, percorrendo strade per molti versi addirittura opposte.
Tanto per cominciare, se l'auto di Raikkonen e Massa accorcia il passo di circa 4 centimetri, per essere più maneggevole sulle piste lente (che costituiscono ormai la maggioranza dei tracciati), la rivale lo allunga, muovendosi lungo la direttrice inversa. Certo le due macchine presentate in questi giorni non saranno esattamente quelle che vedremo il 16 marzo alla griglia di partenza in Australia. La strada è ancora lunga e le prossime settimane serviranno a limare eventuali difetti e ad apportare tutte le modifiche del caso.
Della Ferrari dovremmo rivedere, intatto o quasi, l'inedito musetto alto, con il flap sollevato, che si contrappone al muso basso e stretto della McLaren. Fiore all'occhiello della rossa Dovrebbero essere, poi, le sospensioni, riviste e perfezionate per recuperare sui circuiti che hanno regalato prestazioni non eccezionali lo scorso anno, come a Montecarlo, a Montreal e in Ungheria.
Molto lavoro è stato fatto anche sul cambio che, pur essendo rimasto legato al vecchio sistema in titanio e carbonio, è stato pensato per durare quattro GP, come da regolamento. Su questo terreno, invece, le frecce d'argento presentano uno strumento totalmente nuovo rispetto allo scorso anno.
Altre differenze si notano, poi sulle fiancate delle due monoposto. Gli scarichi sono più indietro e meno visibili nella McLaren e molto più avanti nella Ferrari e anche le prese d'aria sono decisamente diverse.
Ancora differente lo stile per quanto riguarda i deviatori, più classici nella macchina di Hamilton, seghettati sulle rosse. Uno dei pochi dati identici è il peso, di 605 chili per entrambe le nuove nate, che correranno con motore 056, a 8 cilindri, 32 valvole, 2398 cmc per la Ferrari e Mercedes Benz F0 108V, a otto cilindri, 32 valvole, 2400 cmc per i rivali.Il propulsore del team italiano, infine, pur essendo congelato nello sviluppo, è stato modificato nell'air box, negli iniettori, nella lubrificazione e nelle trombette.
Fin qui quello che si è visto. Una Ferrari che spicca, di primo acchito, soprattutto per il singolare musetto alto. Una McLaren più "Mercedes", vera freccia d'argento, allungata, "appuntita", con qualche tocco di rosso dello sponsor, più simile alle vecchie tedesche da F1. La strada verso l'Australia, però, è tutt'altro che breve e lo spazio per le trasformazioni e gli aggiustamenti certo non manca.
Dopo tutto, specie con il ricordo fresco della spy-story 2007, questa è una partita che si gioca, oggi più che mai, a carte coperte.