Un poco oltre il limite. Per arrivare in fondo. Per arrivare prima. La missione è chiara a tutto il team; senza sosta, tra una garae l'altra, tra una simulazione a computer e una in galleria del vento. Un incessante lavoro iniziato a metà della scorsa stagione,e che vede la sua prima porzione di palcoscenico nel luccichio delle nuove vetture – Ferrari e McLaren su tutte – appena presentate al pubblico. Ma è un lavoro che durerà tutto l'anno. Dietro a una gara di Formula 1 c'è un dispiego di capacità informatica impressionante. «L'informatica, in particolare nel nostro mondo, è pervasiva – spiega Antonio Calabrese, 47 anni, Cio dellaFerrari– segue il ciclo di vita dalla concezione del design alla gestione della vettura come auto storica. Nelle linee guida della Federazione si inizia a parlare di limitazioni della potenza di calcolo che si può utilizzare nell'aerodinamica. È così importante la fase progettuale che dopo aver fermato gli sviluppi sul motore, poi l'elettronica, ora si pensa all'informatica».
È soprattutto nello sviluppo dell'aerodinamica che trova applicazione la capacità di calcolo. «L'informatica, se gestita bene, fa la differenza tra chi sa gestire bene i propri dati facendone un fattore competitivo, e chi li presenta in maniera avulsa dai contesti di sviluppo del business– continua Calabrese –. Stiamo entrando nell'era dell'Information management: è come ven-
gono gestite le informazioni che fa la differenza». E così la gara della pista si sposta sui server e i processori. Il data-center Ferrari di Maranello è stato progettato e realizzato tre anni fa da Apc-Mge, in un vecchio magazzino motori. Da quando è nato sono stati cambia-tiil 95% dei server. La richiesta dicapacità di calcolo è incessante: bisogna raddoppiare ogni anno. Il supercomputer è basato su processore Amd Opteron quadcore. Millecinquecento server e 7 unità di condizionamento.
«Noi definiamo la tecnologia e lo sviluppo degli applicativi – spiega Gianluca degli Esposti, director business development diAmd – mentre dal puntodi vista dell'aerodinamica rispondiamo alle esigenze di Ferrari. Lavoriamo già prima della stagione in funzione di quello che ci chiedono gli ingegneri che sviluppano la macchina. Definiamo l'hardware e le aspettative di questo hardware». Contano le performance, ma anche l'affidabilità è decisiva. «È fondamentale l'agilità: i sistemi e i processi utilizzati devono essere in grado, pur nella complessità e nella definizione ottimale, di essere reattivi agli stimoli interni ed esterni – continua Calabrese –. Questo è un mondo dove ci vuole coraggio, bisogna sempre sapersi superare per trovare nuove soluzioni. Entriamo in una spirale che deve mettere insieme performance e affidabilità. Anche se la macchina è stata perfetta, come nel 2004, per la stagione successiva è da rifare. Trasmettiamo questa visione anche ai nostri partner tecnologici, ci devono dare vantaggio competitivo».
La stessa missione anima le riunioni della Williams con i tecnici Lenovo a Grove,vicino aOxford, nelle praterie inglesi dove Nòva24 ha visitato l'headquarter della scuderia. Nel campus tecnologico, che si estende su 40 ettari di terreno, lavorano oltre 500 persone. Le macchine Lenovo (400 workstation, 130 notebooke 270pcdesktop) sono utilizzate in ogni area: business management, design, aerodinamica, controlli di accensione, operazioni di gara, inventario.L'ultima novità è la workstation Thinkstation, che monta processori Intel Xeon 5400 e Core2 Extreme processors, con architettura a 45 nanometri. Ma è soprattutto il supercomputer inaugurato lo scorso luglio a costituire il cuore informatico della progettazione della vettura: una macchina in grado di far lavorare fino a 664 processori che mette a disposizione dei progettisti tutto l'occorrente per l'ottimizzazione dell'aerodinamica delle vetture e per le simulazioni di collisioni e danni nella galleria del vento. Le prestazione possono arrivare a 8 teraflop, cioè 8 trilioni di operazioni di calcolo al secondo.
Numeri elevati, segno di una ricerca costante che si traduce in una competizione che non abbraccia solo le scuderie, ma anche i partner tecnologici. La missione è chiara a tutti. Bisogna arrivare in fondo. Per arrivare prima. Un poco oltre il limite.