Calcio in tv, rottura Lega-Rai

di Giuliano Balestreri

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27 agosto 2008

Tre giorni all'alba del prossimo campionato di calcio di Serie A. Eppure la luce – quella dei diritti televisivi in chiaro – ancora non si vede e il rischio black-out sulla prima di campionato cresce. Al termine dell'assemblea generale della Lega Calcio di ieri a Milano, da via Rosellini è uscita l'ennesima fumata grigia. «Ma da stasera (ieri per chi legge ndr.) tratteremo a oltranza» ha detto l'amministratore delegato del Milan Adriano Galliani spiegando che i diritti radiofonici verranno venduti insieme a quelli televisivi: «Impensabile cederli per 2 milioni».
Le 41 (su 42) società presenti di A e B hanno votato all'unanimità contro la vendita di diritti tv a Rai o Mediaset. «Offerte improponibili» ha detto il presidente della Lazio Claudio Lotito, mentre per il numero uno del Torino, Urbano Cairo: «Il calcio continua a piacere, alla gente e alla pubblicità. Domenica scorsa 6,5 milioni di persone hanno guardato la Supercoppa Italiana. Il nostro prodotto deve essere valorizzato».

L'offerta della Rai è arrivata a 30,6 milioni: 20,5 per la Serie A, 1 per la B, 2 per i diritti radiofonici, 6,5 per la Coppa Italia, 600mila euro per la Supercoppa. Mediaset, invece, aveva presentato un'offerta solo per la fascia serale (circa 11 milioni di euro) che avrebbe dovuto esser venduta in esclusiva. Adesso però le strategie della Lega potrebbe cambiare. E una cifra ragionevole sulla quale chiudere l'accordo potrebbe essere 40 milioni: ieri l'assemblea ha deciso di mettere nei ricavi collettivi anche i proventi dell'Uefa portando gli introiti (al netto dei diritti tv) a 57 milioni, una boccata d'ossigeno per la B e le squadre minori.

Intanto ieri sera la Rai spiegava di non aver ricevuto ancora alcuna comunicazione ufficiale dalla Lega circa la mancata assegnazione dei diritti radiotelevisivi relativi al calcio in chiaro. Anzi con una nota ufficiale Viale Mazzini ha sottolineato come «l'offerta sia risultata di gran lunga la più elevata superando di circa tre volte quella delle altre emittenti televisive». Insomma la Rai ribadisce di «aver compiuto un significativo sforzo per assicurare ai propri utenti le immagini televisive e le radiocronache» quindi, come aveva detto il vice direttore generale Giancarlo Leone al Sole 24 Ore, «non può in alcun modo essere attribuito a Rai l'eventuale decisione della Lega di oscurare il calcio in chiaro». E mentre il sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega allo sport Rocco Crimi chiede che la Rai «faccia uno sforzo ulteriore», la Lega replica: «Non è colpa nostra se domenica non si vedranno gli highlight di campionato». Insomma i vertici del calcio italiano non si spiegano come i diritti per le partite in chiaro siano scesi dai 70 milioni di 3 anni ai 30 di oggi. Eppure la motivazione – secondo Sipra, la concessionaria pubblicitaria della Rai – è chiara: «La tv a pagamento è diventata una realtà non più marginale, anzi adesso gli ascolti sono molto più frammentati».

Qualche spiraglio però resta aperto. Il presidente di Infront Italia, Marco Bogarelli, advisor della Lega nell'operazione ammette che «le parti sono lontane, ma qualcosa si sta muovendo». Ottimista il presidente di Lega Antonio Matarrese che all'Ansa ha detto: «Vogliamo che gli italiani continuino a vedere il calcio in chiaro sulla Rai» senza escludere che un accordo possa essere trovato per la prima giornata. Matarrese punta quindi a evitare il black-out. Il rischio sarebbe quello di ridurre il potere contrattuale della Lega, ma permetterebbe di continuare a trattare per altri 10 giorni: dopo la prima giornata il campionato infatti si ferma per una settimana per la partita della Nazionale. Per il momento Rai e Mediaset hanno fissato la loro deadline a venerdì, dopo sarebbe impossibile organizzare la ripresa delle immagini. Probabile quindi un nuovo incontro domani. Mediaset rinuncerebbe all'esclusiva per la fascia serale, mantenendo la propria offerta a 8-10 milioni, per la Rai non ci sarebbero problemi a perdere l'esclusiva, ma la contropartita economica scenderebbe di alcuni milioni.
L'obiettivo resta quota 40: «Fino a sabato c'è tempo – dice il presidente del Palermo Maurizio Zamparini –. Si troverà un accordo all'italiana».

giuliano.balestreri@ilsole24ore.com

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