Senza grande convinzione, senza mostrare i muscoli, senza strafare. L'importante era vincere, più che per paura delle inseguitrici (la Juve insegue a -7) , per mantenere i nervi saldi. Niente di più, perché nulla, nemmeno lo scudetto che Mourinho non intende farsi sfuggire, potrà cancellare l'amarezza del primo obiettivo stagionale sfumato a Manchester. E in molti si saranno chiesti dove fosse Ibra, mercoledì, e perché, pur trascinando i compagni con la solita spietata determinazione in campionato, si sia lasciato risucchiare dalla maledizione collettiva fuori dai confini nazionali. Ma questa è acqua passata. Alle vittorie schiaccianti di Milan e Juventus, l'Inter risponde con una poco convincente ma netta vittoria sulla Fiorentina, frutto di due gol, uno per tempo, scaturiti da due calci piazzati. Fortunoso e borderline sul piano del regolamento il primo, con la complicità di un'indecisione di Frey, stilisticamente apprezzabile il secondo. Julio Cesar fa il resto, salvando due gol fatti nel primo tempo prima su Mutu poi su Gilardino, meno ficcanti del solito ma pur sempre due di fronte ai quali è meglio drizzare le antenne.
La Fiorentina in partenza sembra addirittura più intraprendente dell'Inter che recupera Chivu in difesa e ripropone davanti la coppia d'attacco Balotelli-Ibrahimovic rinunciando ad Adriano. È proprio il centrale che dopo 10' scivola consentendo a Gilardino di mettere in mezzo per Mutu, il cui destro viene neutralizzato con le gambe dal portiere nerazzurro. L'Inter non perdona errori: punizione di Balotelli, tocco di Ibra al limite del fuorigioco e del gioco pericoloso, Frey respinge e la palla finisce sulla testa dello svedese che firma il vantaggio. La partita cambia subito registro con l'Inter che rallenta il ritmo attendendo l'occasione per scattare in contropiede e la Fiorentina che fatica ad accelerare alla ricerca del pari. Anzi, è Stankovic a cercare il jolly del raddoppio con una delle sue staffilate da fuori ma il suo sinistro sfila fuori di poco. Al 40' l'occasione di Gilardino che gira d'esterno al volo , servito da Vargas, ma trova ancora il muro del portiere brasiliano, impeccabile.
Ripresa: Figo per Chivu che non riesce a rientrare, ed è ancora la formazione di Mourinho e risvegliare un match sotto traccia con un tiro di Maicon dal limite di poco fuori misura. La Fiorentina spreca ancora che, in contropiede, ignora Gilardino per provare un tiro cross improbabile sul secondo palo. Intorno alla mezz'ora Prandelli si gioca i cambi con l'ingresso di Jovetic, Donadel e Bonazzoli mentre Mou risponde con Mancini e Rivas. Al 45' brillante discesa di Santon, che triangola da veterano con Ibra ma il suo repertorio offensivo lo tradisce . Solo il finale di partita è incandescente: il tecnico portoghese finisce nel tunnel per proteste mentre Ibra chiude i giochi con una splendida punizione che rimbalza sul palo e finisce in rete.
Juve e Milan però non mollano l'osso. La vittoria sul Bologna conferma i bianconeri al secondo posto mentre il Milan, con un sontuoso 5-1 rifilato al Siena, si aggrappa al terzo posto seguito da un Genoa, vittorioso sul Cagliari, che ormai non sorprende neanche più e si tiene alle spalle le altre contendenti a un piazzamento Champions, la Fiorentina e la Roma. Giallorossi che, a fatica, strappano un punto alla Samp, a Marassi (2-2 con doppiette di Pazzini e Baptista) mentre i cugini capitolano in casa col Chievo (0-3), cambiando le carte in tavola in zona retrocessione. 1-1 tra Catania e Udinese, con un'altra prodezza da metà campo di Mascara mentre il Napoli, non ancora guarito dopo il cambio di allenatore, regala a Donadoni la gioia di un punto in trasferta, sul campo della Reggina (1-1). Travolgente il Palermo che inguaia il Lecce (5-2) mentre un Toro allo sbando cade a Bergamo contro l' Atalanta (2-0).
