Quelle morti d'infarto sospette
Il calcio estero (non) controlla

di Giuliano Balestreri

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Il mondo dello sport è sotto choc. L'improvvisa morte per infarto di Daniel Jarque, 26 anni, capitano dell'Espanyol di Barcellona, accende numerosi dubbi sulla qualità delle visite mediche all'estero. Il calciatore è stato trovato privo di sensi nella sua stanza in un hotel di Coverciano, nei pressi di Firenze.

Un dramma apparentemente senza spiegazioni al punto che i pm del capoluogo toscano hanno disposto per domani un'autopsia. Ma il dramma di ieri sera riporta alla memoria la scomparsa di Antonio Puerta, il difensore 22enne del Siviglia morto il 28 agosto 2007 dopo un malore accusato in campo e allunga la lista degli atleti che nonostante le continue visite mediche hanno perso la vita nel pieno della loro attività agonistica.

Impossibile allora dimenticare la tragedia di Renato Curi scomparso nel 1977 a 24 anni durante Perugia-Juventus. Un dramma che colpi il paese intero e impose una stretta sui controlli sanitari. Insomma sorge il dubbio che forse all'estero i controlli non siano così severi. In Italia nel 2004 i medici vietarono al 27enne campione olimpionico Domenico Fioravanti di continuare la carriera agonistica per un'ipertrofia cardiaca. La decisione venne contestata, anche perché all'estero Fioravanti avrebbe potuto continuare a gareggiare. Addirittura dal Qatar gli arrivò un'offerta faraonica – poi rifiutata - per cambiare nazionalità. Prudenza forse eccessiva, ma non pericolosa. Casi che si sono ripetuti anche in serie A. A inizio luglio il Milan ha deciso di non tesserare Cissoko per una semplice anomalia ai denti che avrebbe potuto causare danni alla schiena. Forse un eccesso di zelo: il giocatore stesso ha infatti attribuito il mancato via libera, in realtà, a semplici motivazioni economiche.

Nel 1996 l'Inter acquistò dall'Ajax il nigeriano Kanu. Durante un controllo di routine in medici nerazzurri scoprirono una disfunzione cardiaca congenita. Un problema che in Olanda avevano sempre ignorato. Il giocatore fu operato e dopo qualche anno tornò a giocare. Se non fosse arrivato a Milano avrebbe forse rischiato morire in campo. Stessa sorte per Fadiga, tesserato dall'Inter nel 2003.

È andata a peggio nel 1999 a Stefan Vrabioru, 23enne calciatore romeno morto per un attacco cardiaco dopo uno scontro con un avversario. Stessa sorte per John Ikoroma il nigeriano di 17 anni ucciso da un infarto durante un amichevole negli Emirati Arabi Uniti. Ancora in Romania muore nel 2000 Catalin Haldan, stroncato in campo da un aneurisma cerebrale; Nel 2003 Marc Vivien Foe, nazionale camerunense perde conoscenza a Lione durante la sfida con la Colombia e muore poco dopo. Stessa sorte per l'unghere del Benifica Miklos Feher nel 2004. Attacco cardiaco anche per Paulo Sergio Oliveira da Silva «Serginho», difensore brasiliano del Sao Caetano. Un'aritmia cardiaca non accertata ferma il cuore di David Di Tommaso, francece in forza al club olandese dell'Utrecht.

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