Serie A, due rigori negati lanciano l'Inter di Mou

di Gigi Garanzini

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18 ottobre 2009

Dopo la serata della svolta, un pomeriggio confuso e convulso. Tanto erano stati chiari i verdetti del sabato (Inter travolgente, Juve balbettante, Fiorentina in evoluzione, Genoa in piena recessione) altrettanto discutibili risultano buona parte di quelli domenicali. A cominciare dall'Olimpico, dove va molto stretto il pareggio a una Sampdoria stoppata nel finale da due gravi errori arbitrali, sotto forma di altrettanti rigori negati da Orsato prima a Pazzini e poi a Ziegler.

Aveva anche corso i suoi bravi rischi, la Samp, soprattutto nella fase di inferiorità numerica. Ma ritrovata la parità avrebbe meritato il successo per la superiore qualità delle sue manovre e per quelle due occasioni incriminate. Ma anche il Livorno non avrebbe certamente meritato di perdere col Palermo, nè il Bologna con il Napoli, nè il Chievo con il Bari. E se è legittima la vittoria del Catania sul Cagliari anche se arrivata allo scadere, l'unico indiscutibile successo di giornata è quello dell'Atalanta rigenerata da Conte sul campo dell'Udinese.

Molti i bei gol, in compenso, su quasi tutti i i campi. A cominciare dalla punizione capolavoro del Catania, quattro tocchi di prima conclusi a rete da Ricchiuti, dalla splendida rovesciata del cagliaritano Dessena, dal destro al volo di De Ascentis a Udine, dove peraltro anche Valdes si era esibito poco prima in un'analoga prodezza che aveva sancito il vantaggio bergamasco. Senza dimenticare la perfetta parabola su punizione di Adailton a Napoli, una foglia morta degna del grande Mariolino Corso.

Si diceva dei verdetti. Quello di Marassi ha tutta l'aria di un punto di svolta del campionato, visto che l'Inter ha giocato la partita di gran lunga migliore dell'era Mourinho. Il paradosso, nel calcio sempre in agguato, è che dopo aver assai poco convinto con le sue scelte, Mourinho ha varato la miglior Inter quando si è trovato in stato di necessità. Una sola punta disponibile, Balotelli, e un centrocampo foltissimo con un perfetto mix di quantità e qualità. Una squadra difficilmente ripetibile, in prospettiva, a meno di convincere gente come Milito (una volta disponibile) ed Eto'o, per non parlare di Balotelli, ad un turn-over che preveda una sola punta per volta.

Quanto alla partita di Torino, un risultato giusto ma con qualche recriminazione in più per la Fiorentina che non per la Juventus. E la sensazione, in parallelo, che la Fiorentina possa ambire a piazzarsi sulla scia nerazzurra più di quanto non possa in questo momento la Juve.

18 ottobre 2009
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