Per gli All Blacks una meta solidale

di Giacomo Bagnasco

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28 novembre 2009


A San Siro, il 14 novembre, hanno giocato davanti a 80mila persone. Ora alcuni di loro tornano a Milano, ma stavolta per un incontro a porte chiuse. Anzi, sbarrate. Martedì prossimo cinque giocatori degli All Blacks neozelandesi (la squadra di rugby più famosa del mondo) varcheranno la soglia del carcere minorile Beccaria. La visita di Stephen Donald, Liam Messam, Neemia Tialata, Jerome Kaino e Antony Boric è legata al progetto «Il senso di una meta», lanciato dalla As Rugby Milano e sostenuto da Adidas, Edison e Iveco. Da un lato si lavora su palla ovale e psicomotricità nelle scuole, dall'altro si fa conoscere il rugby – con le sue regole e i suoi aspetti educativi – agli "ospiti" del Beccaria, che si allenano sul terreno di gioco dell'istituto.

Giorgio Terruzzi è uno degli ideatori del progetto e fa parte del gruppo di volontari guidati dal capo allenatore Ignacio Merlo. «Siamo alla seconda stagione – spiega –. In un carcere minorile il "turnover" è costante e attualmente all'attività partecipano una dozzina di elementi, dai 16 ai 19 anni, ma in tutto sono 35 quelli che hanno provato l'esperienza: italiani, nordafricani, sudamericani, rom. Due di loro, una volta usciti, sono venuti a giocare nella nostra società. Un altro lavora alla Milanocarri, concessionaria Iveco».

«La valenza educativa di questa iniziativa è molto forte – osserva il direttore del Beccaria, Sandro Marilotti – e la determinazione dei volontari è encomiabile. Tra i ragazzi c'è chi non salta un allenamento». «Nel rugby – commenta Andrea Prandi, direttore relazioni esterne di Edison – si trova una serie di valori che sarebbe importantissimo trasferire a chi ha sbagliato strada. Come sponsor del Coni, oltre che della Fir, siamo molto vicini allo sport, ma diciamo che è anche importante andare oltre e continuare a seguire questi giovani in una fase di inserimento nella società».

Intanto al Beccaria c'è grande attesa. Dice Terruzzi: «I ragazzi sono informati, sanno tutto degli All Blacks». Una "marea nera" pronta a portare un raggio di luce.

28 novembre 2009
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