Tre morti nell'agguato, il Togo
si ritira dalla Coppa d'Africa

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9 gennaio 2009


Il Togo si ritira dalla Coppa d'Africa di calcio, competizione continentale che prenderà il via domani a Luanda con l'incontro Angola-Mali. Lo ha riportato per primo il sito della Bbc, seguito da quello del club inglese del Manchester City, dove milita il capitano del Togo Emmanuel Adebayor.

Ieri la nazionale togolese è stata vittima di un aggressione armata nell'enclave angolana di Cabinda. Lunedì avrebbe avuto luogo il match d'esordio contro il Ghana. Nel pomeriggio era sembrato possibile un ripensamento, una fonte del governo angolano aveva parlato di partecipazione regolare. Poi il governo togolese ha deciso di richiamare in patria la nazionale, come ha annunciato in serata il portavoce Pascal Bodjona.

Nell'agguato dei ribelli indipendentisti del Flec, il Fronte di liberazione della regione, si sono contati tre morti (l'autista, l'allenatore in seconda e l'addetto stampa) e altre nove persone (tra cui due giocatori, alcuni preparatori atletici e un manager) sono state ferite. Il portiere Kodjovi Obilalé è stato ricoverato in un ospedale del Sudafrica. Il Togo era inserito nel girone B nel torneo insieme alla Costa d'Avorio del bomber del Chelsea Didier Drogba, al Burkina Faso e al Ghana degli "italiani" Appiah (Bologna), Asamoah (Udinese) e Muntari (Inter).

Tre morti accertati, si diceva, nella incredibile inferno di pallottole scatenato contro una squadra di calcio inerme: l'autista, il vice allenatore Abalo Amelete e l'addetto stampa Stanislas Ocloo. Lo hanno precisato, dopo notizie contrastanti, fonti della nazionale di Togo e della Can (Confederation Africaine de Football), l'organo che governa il calcio africano. «Siamo sconvolti, nessun giocatore si sente pronto a prendere parte» alla competizione, ha dichiarato il portiere della nazionale togolese Kossi Agassa , che milita nel Reims in Francia, «tutti vogliono tornare dalle loro famiglie».

Il governo dell'Angola, paese che ospita la Coppa, ha promesso di fare tutto il possibile «per garantire la sicurezza» della manifestazione. L'attacco contro la nazionale del Togo «è stato un atto isolato» e «la sicurezza delle squadre è garantita», ha detto il primo ministro dell'Angola, Paulo Kassoma. E gli organizzatori hanno assicurato che la competizione andrà avanti comunque: «La nostra priorità è la sicurezza dei giocatori (anche se non si direbbe, visto quanto è accaduto, ndr), ma il torneo andrà avanti», ha detto il portavoce della Federazione del Calcio africano. Tuttavia proprio i giocatori del Togo stanno cercando di convincere anche le altre nazionali a boicottare la competizione. «Ne stiamo parlando», ha spiegato il centrocampista dei togolesi Alaixis Romao.

Le replica degli organizzatori è stata aggressiva: il comitato angolano (Cocan) ha denunciato che la nazionale togolese non aveva avvertito che sarebbe arrivata in pullman e non in aereo, come era stato raccomandato a tutte le delegazioni partecipanti al torneo. «Il Togo è stata l'unica nazionale a non rispondere alle nostre raccomandazioni e a non informare il Cocan del suo arrivo in pullman», ha dichiarato il dirigente Virgilio Santos, «le regole sono chiare, nessuno doveva viaggiare in pullman, non so cosa li abbia spinto a farlo ma in città tutto questo non sarebbe mai successo».

Intanto la Fifa - la federazione internazionale guidata da Joseph Blatter - non intende per ora fare alcun commento diretto sulle eventuali ripercussioni sulla Coppa del mondo in Sudafrica dopo l'attacco subito ieri la nazionale del Togo in Congo, in preparazione della coppa d'Africa che si svolgerà in Angola. E ha chiesto alla Confederazione africana un rapporto completo e dettagliato su quanto avvenuto. (a cura di Alberto Annicchiarico)

9 gennaio 2009
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