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29 dicembre 2008

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LECCE – Dovremmo ripetere quanto detto per Siena e Bologna, perché in fondo ‘ste squadre sono un po' tutte della stessa pasta. La differenza sta nel trovare qualcuno che la sbatta dentro con regolarità. Qui c'è Tiribocchi che è una vecchia lenza dell'area piccola. Piuttosto a Mario Beretta, forse il più simpatico allenatore della serie A, augureremmo che gli esploda in mano Cacia che dovrebbe cominciare a mantenere le promesse fatte a Piacenza.

TORINO – Delusione granata, in qualche caso rosso vergogna. Gira e rigira è la solita squadra da voglio ma non posso, costruita non benissimo nonostante due soldini Cairo li abbia spesi. È un progetto sbagliato e tutto da rivedere, sempre che a furia di rischiare il Toro non si trovi con le corna piantate nella serie B. Il valzer dell'allenatore poi è addirittura esilarante. Serve un regalone: un uomo mercato coi controfiocchi e un allenatore cui donare cieca fiducia.

REGGINA – Lì la lezione l'hanno capita: infatti non rinunciano mai a spendere qualche soldo per attaccanti di esperienza e di livello, a costo di avere i piedi un po' scoperti in difesa. Finora ha funzionato poco. Adesso hanno messo sotto l'albero Pillon che col Chievo fece una prima stagione da urlo. Un bel difensore come minimo e per noi vale la salvezza più di chi le sta davanti.

CHIEVO - Converrà arrendersi: l'idea di dare una lucidata a Esposito, Langella e Pinzi restituendogli lo smalto dei giorni belli, è fallita. Rifare la squadra adesso non si può, ma per mollare i pappafichi è presto. Serve un'idea brillante. Non vorremmo essere nei panni di Campedelli. Preferiamo tuffarci su una montagna dei suoi pandori, visto che è ora…

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