ILSOLE24ORE.COM > Notizie Tecnologia e Business ARCHIVIO

Musica online non protetta: Time Warner dà del matto a Jobs, Emi ci pensa

Al.An.

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
9 febbraio 2007

Basta FairPlay per Steve Jobs: «Eliminiamo le protezioni del copyright»
I dischi blindati e i diritti dei consumatori
Musica online: vendite-boom ma i Drm creano problemi

Non tutti i big dell'industria discografica danno del matto a Steve Jobs. L'appello del numero uno di Apple, lanciato lo scorso 6 febbraio, per abolire le protezioni antipirateria sulla musica da vendere online - giustificato dal fatto che tutta l'altra musica venduta nei negozi le stesse protezioni non le ha (e dal fatto che la Mela dell'iPod è nel mirino delle associazioni dei consumatori) - è stato subito decisamente contrastato da una delle big four, Time Warner. La britannica Emi, invece, sarebbe in trattativa per consentire a diversi retailer di vendere un'ampia fetta del catalogo in formato Mp3 senza restrizioni tecnologiche. L'amletico dubbio è: la musica liberata dal Drm (Digital right management, il sistema che impone le modalità di condivisione dei file) venderà di più o farà la felicità dei pirati di tutto il mondo?

DI quest'ultimo avviso è il ceo di Time Warner, quarta industria discografica mondiale, che tra l'altro giovedì ha diffuso i dati del quarto trimestre 2006, una sorta di Caporetto per profitti e vendite di cd, cadute ai minimi da sei mesi: gli utili netti sono precipitati del 74% a 18 milioni di dollari dai 69 di un anno prima e le vendite hanno subito una flessione dell'11% a 928 milioni. Il crollo non è bilanciato dall'aumento di vendite di musica in formato elettronico via Internet: +45% rispetto al quarto trimestre 2005 ma ancora a 100 milioni e in calo di 4 milioni sul trimestre precedente, segno che forse anche l'abbuffata online comincia a saziare i consumatori. In più un anno fa Time Warner aveva messo in vendita nello stesso periodo gli ultimi album di Madonna, Greenday, James Blunt ed Enya. Insomma, non è tutta colpa dei pirati di internet se i conti sono deludenti.

Eppure Edgar Bronfman jr. resta granitico nella sua posizione: la proposta di Jobs «è sbagliata: rivendichiamo l'uso del Drm per la protezione della proprietà intellettuale nostra e dei nostri artisti. L'idea che la musica non abbia diritto a essere protetta come lo sono software, televisione, film e videogiochi soltanto perché esistono prodotti non protetti nel mondo fisico è totalmente illogica e priva di merito». Dall'altra parte dell'oceano i boss di Emi, invece, stanno facendo un altro tipo di riflessione. E un'ipotesi è di farsi anticipare un sostanzioso gruzzolo dai siti di vendita della musica online in cambio degli Mp3 non protetti. Altra strada sarebbe quella di vendere musica anche su MySpace, il primo sito mondiale di social networking, proprietà della News Corp di Rupert Murdoch. In questo caso l'accordo passerebbe atraverso Snocap, società fondata da Shawn Fanning, il creatore di Napster, ovvero il sito storico dello scambio di musica peer-to-peer, poi costretto a cedere all'assedio degli avvocati della case discografiche.

RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio
L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER   
Effettua il login o avvia la registrazione.


 
   
 
 
 

-UltimiSezione-

-
-
7 MAGGIO 2010
7 MAGGIO 2010
7 MAGGIO 2010
7 maggio 2010
 
L'Italia vista dal satellite
La domenica di sport
Sony Ericsson Xperia X10
Nokia N8
Si chiude l'era del floppy disk
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-