LONDRA - Un gigante degli abissi nascerà al largo della costa del Galles: sarà la prima centrale sottomarina al mondo che genererà elettricità utilizzando le correnti marine nel profondo dei mari. Le otto grandi turbine, ognuna di 15 metri di altezza e 25 metri di lunghezza, saranno ancorate al fondo del mare per sfruttare l'energia generata dal flusso e riflusso delle maree che sono particolarmente forti nella zona prescelta, al largo della penisola di San Davide nel Pembrokeshire, nel Galles meridionale.
Il progetto, messo a punto da una joint venture tra E.On e Lunar Energy, due società specializzate in energia rinnovabile, dovrebbe essere operativo nel 2010 e produrre elettricità sufficiente per 5.000 abitazioni.L'impianto costerà almeno dieci milioni di sterline, circa 15 milioni di euro, 2,5 milioni dei quali sono stati stanziati dal Governo di Londra.
I costi sono relativamente contenuti: le turbine sono costruite in cemento invece che in acciaio e, una volta installate, i costi di gestione sono minimi dato che la centrale ha bisogno di manutenzione solo ogni 25 anni. Forse il maggiore vantaggio del sistema è la prevedibilità della fonte energetica: i tempi delle maree sono noti e l'energia generata dalle correnti è affidabile e più certa, per esempio, del l'energia eolica o di quella solare. «Prevedo uno sviluppo di questo genere di impianto non solo in Gran Bretagna ma anche all'estero, – afferma William Law, presidente esecutivo di Lunar Energy. – Si tratta infatti di una fonte di energia prevedibile, auto-rinnovabile e assolutamente garantita, che è anche invisibile e non ha un impatto ambientale negativo e che infine è anche economica».
Il prototipo di turbina per l'impianto è gia in fase di costruzione e dovrebbe essere testato in mare nel settembre 2009, mentre l'impianto dovrebbe diventare operativo nel 2010. Il Governo di Londra ha già dato la sua benedizione al progetto: il Department for Business and Enterprise, il ministero dell'Industria, si è impegnato a stanziare un quarto dei fondi necessari, stimati in 10 milioni di sterline. Secondo il ministero l'energia legata alle correnti marine potrebbe generare fino al 5% dell'elettricità necessaria in Gran Bretagna, pari a un valore di un miliardo di sterline al l'anno, e Londra intende sostenere il suo sviluppo.Gli studi dimostrano che in Gran Bretagna il 93% delle risorse di questo tipo di energia è a una profondità di 30 metri, mentre il 63% è a una profondità di 40 metri e oltre. «L'oceano e le maree sono un'enorme risorsa tutta da sfruttare», sostiene Law.
Il fenomeno del riscaldamento globale ha stimolato l'interesse nel l'energia delle correnti marine, finora considerato un sistema troppo complesso e costoso, perché è un sistema che evita del tutto l'emissione di diossido di carbonio nell'aria generata dai combustibili fossili. Londra si è impegnata a generare almeno il 20% dell'elettricità da fonti rinnovabili entro il 2020.
Lo studio di fattibilità del progetto di E.On e Lunar Energy è già stato completato, ma prima del via libera ufficiale deve superare una serie di test, compreso lo studio di impatto ambientale, che però non dovrebbe presentare sorprese negative. L'opposizione degli ambientalisti è un fattore cruciale, come dimostra il progetto di sbarramento all'estuario del fiume Severn (si veda anche articolo qui sotto), sempre in Galles ma a circa 350 chilometri di distanza, che è bloccato da anni a causa delle proteste dei verdi per l'impatto negativo che avrebbe sulla fauna marina, bloccando tra l'altro i flussi migratori dei pesci.
Il progetto di E.On e Lunar Energy invece non avrebbe conseguenze negative per l'ambiente, secondo il consorzio: le turbine saranno appoggiate sul fondo del mare, bloccate da enormi blocchi di cemento, evitando quindi di dover trivellare il fondale per ancorarle. Le turbine inoltre gireranno a bassa velocità e non diventeranno quindi trappole per incauti pesci e altra fauna marina.
«Il bello di questo progetto è che la tecnologia è estremamente semplice ma funziona, come è stato dimostrato nel Mare del Nord in un altro contesto, – spiega un portavoce di Lunar Energy –. Ha già suscitato un grande interesse tra i Paesi del Mediterraneo e sarebbe ideale da utilizzare al largo delle coste italiane, specie negli stretti come quello di Messina dove le correnti marine sono più forti».