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L'iPhone in Europa: una scommessa ancora tutta da vincere

di Gianni Rusconi

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Smartphone: il fattore convergenza rischia di essere un'arma a doppio taglio

Quattro milioni di pezzi venduti in 200 giorni: tanti o pochi? La risposta a questa domanda rischia di rimanere ancora a lungo in sospeso. Prendendo come riferimento il mercato dei cellulari nel suo complesso, l'iPhone è accreditato di una quota inferiore all'1%. Quisquiglie, rispetto al quasi 40% di Nokia, ma non si può fare un raffronto di questo tipo. Non adesso almeno. Apple, in ogni caso, è da questa cifra, annunciata la scorsa settimana da Steve Jobs al Macworld di San Francisco, che riparte per portare avanti la sua scommessa più difficile. Quella di diventare nei telefonini quello che è nei personal computer, e cioè un marchio di riferimento, a prescindere dai volumi di vendita espressi. Le discussioni che ruotano intorno al "Melafonino" non possono però escludere il dato nudo e crudo dei risultati ottenuti sul mercato: il numero uno della società di Cupertino ha ricordato come la sua creatura abbia superato nei primi 90 giorni di disponibilità sul mercato statunitense le consegne di Palm, Motorola e Nokia messe insieme fino a conquistare una market share del 19% nel segmento smartphone, dietro solo ai BlackBerry di Rim. A distanza di sette mesi dal lancio negli Usa sono però arrivati i primi segnali di "allarme": il traguardo previsto a metà gennaio dei cinque milioni di pezzi, di cui uno prodotto dalle vendite in Europa, non è stato raggiunto e adesso il nuovo banco di prova è rappresentato dai 10 milioni di iPhone che Apple pensa di distribuire nel corso del 2008. Ce la farà, sfruttando le nuove versione del terminale (con memoria da 16 Gbyte, la nuova piattaforma di sviluppo software e il supporto delle reti 3G e Umts) e i nuovi mercati di sbocco (Giappone, Spagna, Italia in pole position)? E se ce la farà quanto andrà a incidere nell'economia globale del mercato degli smartphone (oggi può vantare una share del 2% su scala globale) e dei dispositivi mobili con avanzate capacità Internet e multimediali? Reggerà, in altre parole, il confronto a distanza con la nuova generazione di super cellulari di Nokia, Samsung & Co, con i nuovi Mid (Mobile Internet Device) e con i nuovi modelli con interfaccia "touch" che un po' tutti i produttori sono pronti a lanciare nelle prossime settimane? Fare paragoni non è facile ma reggere il confronto con i modelli "best seller" della concorrenza (si veda per esempio il Chocolate di Lg, che ha sfondato il tetto dei 15 milioni di pezzi) non sarà facile.
Il primo bilancio: più ombre che luci
L'iPhone in Francia non ha avuto il boom che molti si aspettavano: i circa 70.000 pezzi venduti da Orange a fine 2007 sono un risultato inferiore alle aspettative fissate a preventivo dall'operatore mobile di France Telecom. L'obiettivo per il 2008 è di arrivare in totale a mezzo milione di apparecchi e stando ai bene informati è tutt'altro che scontato che venga raggiunto. L'incognita del prezzo, 399 euro con un abbonamento di due anni e un canone mensile che può arrivare fino a 119 euro (oppure 649 euro senza abbonamento), rimane qualcosa più di un'incognita superabile grazie al fatto che le normative d'Oltralpe in materia di telecomunicazioni obbligano Orange ad aprire gratuitamente il telefono alle reti di altri operatori dopo sei mesi dal lancio (avvenuto a fine novembre), nonostante l'accordo di esclusiva siglato con Apple. La stessa situazione si sta vivendo in Germania, dove il pallino della distribuzione dell'iPhone è nelle mani di a T-Mobile, che lo vende in esclusiva con una carta Sim bloccata a 499 euro per 24 mesi di contratto (o a 999 euro senza abbonamento). Dalla divisione di Deutsche Telekom non sono mai trapelati i dati di vendita ufficiali ma certo è che la concorrenza esercitata da Vodafone (uscita perdente dalla causa intentata a T-Mobile per contestarne i diritti di esclusiva) è tale da non far dormire sonni troppi tranquilli al carrier tedesco.
Quindi il Regno Unito, terzo e ultimo (per il momento) mercato europeo che ha visto il debutto dello smartphone della casa californiana. Le vendite operate da O2 e nei negozi della catena Carphone Warehouse nelle ultime settimane sembrano essere in linea con le aspettative ma stando a varie indiscrezioni pare che Apple abbia vietato ai rivenditori di fornire dettagli in merito. Una mossa per occultare dati non esattamente brillanti, di cui mancano conferme precise dal giorno del lancio (9 novembre) a tutt'oggi? Il prezzo, ancora una volta, gioca un ruolo decisivo: molti consumatori inglesi ritengono le 269 sterline (circa 360 euro) richieste con un vincolo obbligatorio di contratto di 18 mesi un prezzo troppo alto da pagare e per quanto da O2 abbiano sempre professato ottimismo circa le potenzialità di vendita dell'apparecchio (soprattutto in relazione allo sviluppo del numerosi utenti Internet a banda larga, il bacino di utenza più sensibile per l'iPhone), i dubbi sull'effettivo successo del telefonino in terra britannica sono più che leciti. Perché, oltretutto, nessun operatore italiano si è deciso a saltare sul carro di Apple? Forse che da Cupertino non hanno garantito a Tim i volumi richiesti per proporlo in grande stile a cavallo dell'ultimo Natale? O pensare a 300/400mila pezzi da piazzare in Italia, un mercato da qualche milioni di pezzi l'anno in prospettiva, rimane per il momento un azzardo?
L'Europa, e questo Apple deve averlo ben capito, non è gli Stati Uniti: i due mercati, in fatto di telefonia mobile, sono ben diversi e per una volta sono gli Usa a dover inseguire. L'iPhone ha fatto proseliti Oltreoceano perché molti consumatori (anche non adepti dei prodotti della Mela) hanno visto nella sua interfaccia touchscreen combianta alle funzionalità di terminale dati un qualcosa di veramente unico nel panorama mobile. Nel Vecchio Continente la sfida da vincere è più complessa e chiama direttamente in causa le aziende: se il cellulare di Apple diventerà la prima scelta dei business man (in alternativa ai Blackberry, tanto per fare dei nomi) sfruttando le sue prerogative di apparecchio avanzato per la messaggisitica in movimento potrà giocare un ruolo di primo piano nel mercato degli smartphone e dei relativi servizi a valore aggiunto che vi possono correre sopra.

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