Il semaforo resta rosso. Da Sunnyvale, quartier generale di Yahoo!, è arrivata la risposta alla lettera recapitata sabato da Steve Ballmer. L'ultimatum lanciato dal Ceo di Microsoft non ha avuto, per ora, gli effetti sperati e a firma di Roy Bostock e Jerry Yang, rispettivamente Chairman of the Board e Chief Executive Officer della società californiana è sortita la missiva che tutti aspettavano.
La proposta di acquisto deve riflettere il valore del gruppo, questo il messaggio rispedito al mittente, con l'ulteriore precisazione che una "significativa quota" di azionisti ritiene l'offerta del gruppo di Bill Gates essere insufficiente. Il che non significa che il Board è contrario alla fusione con Microsoft (tutt'altro, verrebbe da aggiungere), ma semplicemente che la mega-fusione si può fare a certe condizioni, che non sono però quelle imposte da Redmond. Il problema rimane quindi quello di trovare il prezzo giusto da pagare e la minaccia proferita da Ballmer di andare sotto i 31 dollari finora offerti (presentando una quotazione inferiore direttamente agli azionisti del gruppo se non si troverà fra le due compagnie un accordo entro tre settimane) è rimasta al vento. "Abbiamo continuato a chiarire che non ci opponiamo a una transazione con Microsoft se essa è nel miglior interesse dei nostri azionisti" - recita il comunicato emesso oggi -. La nostra posizione è semplicemente che qualsiasi transazione deve essere a un prezzo che rifletta pienamente il valore di Yahoo, compresi eventuali benefici strategici per Microsoft, e in termini che diano certezza ai nostri azionisti".
I due top manager di Yahoo non si sono quindi lasciati scappare l'occasione per precisare i perché del grande rifiuto, sottolineando come il decremento del titolo in Borsa (nel premarket l'azione ha perso il 2,2%, scendendo a 27,75 dollari) faccia sì che il valore della proposta sia, oggi, significativamente più basso di quello iniziale. Si chiudesse ora il deal, Microsoft pagherebbe infatti meno di 41 miliardi di dollari, rispetto ai 44,6 miliardi (pari al 62% in più del valore di mercato della società) calcolati il giorno stesso dell'Opa. Cosa potrebbe succedere ora? Yahoo tornerà a bussare alla porta delle varie Google News Corp. (e nella fattispecie MySpace.com e Aol time Warner, sebbene nessuna delle tre compagnie si sia mai esposta con un'offerta ufficiale in questi due mesi? Cavalcherà fino in fondo prospettive di crescita che la vedrebbero poter triplicare il giro d'affari entro i prossimi tre anni? Si lascerà piegare dalla forza dalle lusinghe o dalle minacce che arrivano da Redmond? La reazione del gigante del software è attesa per il 26 aprile e nel frattempo si profila all'orizzonte una nuova calda battaglia sul fronte della pubblicità on line (e nella fattispecie nei servizi di display advertising). Questa estate Yahoo rilascerà sul mercato "Amp", aggiornamento ultimo della propria piattaforma di gestione delle inserzioni sul Web, e si scontrerà con le soluzioni che Google e Microsoft possono mettere in campo a valle delle miliardarie acquisizioni di DoubleClick e aQuantive.
