Entro fine aprile al più tardi sapremo. Tre mesi dopo l'Opa lanciata il 31 gennaio sapremo se, o per meglio dire come (perché prima o poi il mega merge si farà), prenderà corpo "Microhoo", il nuovo gigante del Web che nascerebbe dalla fusione fra Microsoft e Yahoo!. Il fine settimana, dopo una serie di indiscrezioni apparse nei giorni scorsi sui giornali americani e notizie trapelate dal quartier generale della società di Redmond, ha infatti registrato forse l'ultimo botto prima dell'epilogo della vicenda. La lettera che il Ceo di Microsoft Steve Ballmer ha indirizzato sabato al consiglio direttivo della Internet company californiana non lascia infatti alcun dubbio: Yahoo! ha tre settimane di tempo per accettare l'offerta da 31 dollari ad azione in liquidi e titoli. Scaduto tale termine il gigante del software "minaccia" di ridurre l'importo dell'offerta (che nei giorni scorsi aveva ribadito essere non modificabile verso l'alto) e di rivolgersi direttamente agli investitori di Yahoo!. La missiva del numero uno di Redmond ha in effetti il tono dell'ultimatum, ben sintetizzato dall'espressione "now is the time". È ora il tempo, ha scritto in parole povere Ballmer, di negoziare i termini finali di un accordo che, valutato oltre 40 miliardi di dollari, potrebbe rappresentare il più grande take-over mai realizzato nel settore dell'high-tech. Se non concludiamo un accordo entro le prossime tre settimane – questa la minaccia vera e propria - saremo costretti a portare il caso direttamente davanti a vostri azionisti, avviando nel contempo una battaglia delle deleghe per eleggere una lista alternativa di direttori. Quindi l'eventualità che l'offerta originale venga abbassata, se Yahoo! non rispetterà la scadenza: "la nostra azione avrà un impatto indesiderato sul valore della vostra società, che si rifletterà sui termini della nostra proposta".
In attesa di registrare posizioni ufficiali da Sunnyvale, dove gli executive di Yahoo! pare abbiano trascorso la domenica a valutare la lettera di Ballmer e pensare a una risposta che potrebbe arrivare nelle prossime ore, il messaggio lanciato da Microsoft risuona sempre più chiaro. Vogliamo Yahoo!, questa la sostanza, ed è un bene per tutti che il negoziato si svolga in termini amichevoli, sia per quanto riguarda il ruolo degli attuali membri del Cda della casa californiana (che rischierebbero di perdere il posto in sede di rielezione al prossimo meeting annuale degli azionisti) che per le cifre alle quali chiudere la trattativa (Microsoft non considera minimamente la possibilità che l'offerta sottovaluti il reale valore di Yahoo!). I presunti nuovi colloqui intervenuti a fine marzo (resi noti dal Wall Street Journal) potrebbero avere avuto quindi degli sviluppi, ma non è lecito sapere se lo scritto di Ballmer è nato in modo concordato o si tratta di una vera azione coercitiva nei confronti del board presieduto da Jerry Yang. Il Ceo di Yahoo! è sicuramente uno dei personaggi chiave della vicenda e agli occhi del capo di Microsoft non avrebbe più margini di manovra per opporsi al merge. Sta di fatto che la società ha fatto sapere che il cash flow operativo dovrebbe salire dagli attuali 1.9 miliardi di dollari ai 3.7 miliardi entro il 2010 e questa, anche a detta di alcuni analisti finanziari, sarebbe una più che valida ragione per ritenere insufficienti i 31 dollari proposti fino a ora. Se la fine della partita è come pare vicina, non mancano comunque i motivi per pensare a qualche clamorosa sorpresa.
