Aspire One (Acer) da una parte e "dot" (Packard Bell) dall'altra. Il tipo di prodotto è lo stesso, un netbook, le caratteristiche tecniche sono simili ma per il colosso taiwanese è giusto e strategico che gli utenti li considerino due prodotti - e due marchi - diversi. Quello dei mini pc portatili, ormai il ritornello è quasi monotono, è diventato un luogo di ritrovo per tanti (diciamo quasi tutti) produttori di computer. Acer, in questo che si annuncia un segmento dalle grandi potenzialità per volumi di domanda e particolarmente competitivo sotto l'aspetto dei prezzi al consumo, ha deciso di giocare una doppia carta. Un approccio "unico" che riflette il nuovo corso della società – non più azienda ma vero e proprio gruppo, da quando ha acquisito Gateway e Packard Bell – e che ha una precisa matrice tecnologica: offrire sul mercato terminali pensati con il preciso scopo di far navigare in Rete in totale mobilità utenti di vario genere con tutte le prerogative di un computer.
Dell'Aspire One si è parlato molto ai tempi del suo debutto ufficiale, qualche mese fa. Questo netbook si appresta ora a fare un salto di qualità e da ottobre si renderà disponibile in versione 3G, in grado cioè di collegarsi a Internet dalle reti mobili a banda larga. Una possibilità che si aggiunge alla già nota connettività Wi-Fi e che troverà complemento nel 2009 con il supporto delle reti Wi-Max. Il bacino di utenza ideale di questo pc in miniatura rimane comunque il mondo consumer e in particolare coloro che amano navigare sul Web e chattare via instant messaging. La scelta del sistema operativo è sempre fra Linux Linpus Lite e Windows Xp, lo schermo e il processore sono quelli noti (Lcd da 8,9 pollici e Intel Atom) e uno dei punti di forza "rischia" di essere l'autonomia della batteria, che va dalle tre ore del modello a tre celle standard fino alle sette di quella a sei celle.
Il netbook a marchio Packard Bell, che arriverà in Italia a novembre, ha di fatto la stessa missione dell'Aspire One: raggiungere un pubblico che utilizza Internet molto frequentemente (studenti, giovani, liberi professionisti) e lo desidera fare in modo facile e funzionale attraverso un dispositivo anche bello da vedere. Il "dot" entra quindi sulla scena dei pc bonsai con il dovuto corredo di un processore Intel Atom, del sistema operativo Windows Xp, di un hard drive da 160 Gbyte, della connettività Wi-Fi integrata e di uno schermo da 8,9 pollici. Il prezzo è fissato a 399 euro al pubblico, 100 euro in più della versione Linux dell'Aspire One. Uno dei suoi "concorrenti".