Dall'essere il più famoso e più visitato sito Internet al mondo per la visione e la condivisione gratuita di video potrebbe diventare il più grande portale per lo shopping on line. Stiamo parlando di YouTube e del fatto che con il lancio di "clik-to-buy" (annunciato ieri 7 ottobre sui blog ufficiali googleblog.blogspot.com e it.youtube.com), iniziativa a cui parteciperanno attivamente mostri sacri dell'e-commerce come Amazon.com e iTunes (lo store musicale di Apple), il sito di social network di proprietà di Google si butta a tutti gli effetti in una nuova avventura. Musica, videogiochi, canzoni, film e telefilm, libri e biglietti per concerti: questo il paniere di prodotti per l'intrattenimento che prossimamente si potranno comprare accedendo direttamente da YouTube ai negozi virtuali delle società coinvolte nell'iniziativa. Il meccanismo è semplice, e forse proprio per questo con grandi possibilità di successo: durante la visione di un video clip basterà agli utenti un semplice "click" su alcuni selezionati tasti per visualizzare la libreria musicale di iTunes o quella di Mp3 di Amazon.com piuttosto che i cataloghi di altre aziende che vendono libri, Dvd o altro. La stessa cosa avviene per i videogiochi, quando il video riguarda una demo di un nuovo titolo. Il sistema contempla inoltre la sperimentazione di nuovi formati pubblicitari e il consolidato modello di "revenue shariung" fra YouTube e i merchant "affiliati (fra cui c'è anche il gigante dei giochi per console e pc Electronic Arts). Un modello non nuovo, eBay insegna, ma che non è certo da considerare obsoleto, considerando anche il fatto che youTube può mettere in campo una popolarità garantita da circa 330 milioni di visitatori mensili.
La mossa, dicono i bene informati, ha una sua spiegazione logica. Gli inserzionisti stanno chiedendo da tempo a Google di aumentare i ricavi di YouTube e la strada dell'e-commerce sembra essere la via maestra per superare i limiti commerciali, in fatto di capacità di generare profitti (vendendo pubblicità) dall'offerta di contenuti e dai volumi di traffico Web, che finora hanno caratterizzato uno dei siti "cult" del social networking. Dagli Usa rimbalzano indiscrezioni, fatte circolare dagli analisti di Piper Jaffray Research, secondo cui il progetto "clik-to-buy" potrebbe portare nelle casse della società californiana 200 milioni di dollari nel corso del 2009. Nel 2006, vale la pena di ricordarlo, Google sborsò per comprare YouTube 1,65 miliardi di dollari. I primi tentativi di sviluppare il business attraverso formati pubblicitari evoluti - come i cosiddetti preroll e postroll advertising, e cioè i mini spot riprodotti all'inizio e alla fine di ogni video - o tramite mini formati pubblicitari di breve durata creati ad hoc (tecnicamente chiamati overlay) non ha trovato il riscontro degli utenti, dimostratisi anzi piuttosto reticenti ad accettare la fruizione obbligata di inserzioni pubblicitarie. Se per YouTube la rincorsa agli utili passerà per l'e-commerce è ovviamente presto per dirlo. Dipenderà dalle partnership che Google saprà mettere in campo (chi oltre ad Amazon e Apple?) e, soprattutto, da come la prenderanno i 330 milioni "adepti" di YouTube.
