YouTube costerà anche parecchi soldini a Google (470 milioni di dollari il deficit di bilancio generato dal popolare sito di video secondo un'indagine di Credit Suisse) ma rimane, e per molte ragioni, un asset strategico per il colosso dei motori di ricerca. Dopo le indiscrezioni (confermate dai portavoce della casa giapponese) riguardanti la possibile alleanza con Sony Picture Entertainment e il lancio anche in Italia del servizio di e-commerce «Click to buy», ieri sera è arrivato l'annuncio della prossima disponibilità di Vevo, sito di video musicali ad alta definizione che nasce in collaborazione con Universal Music Group.
Il matrimonio fra la sussidiaria di Google e la major discografica di proprietà del gruppo francese Vivendi è di quelli che non passano ovviamente inosservati e si tratta di fatto del coronamento di accordo sui diritti in essere da tempo fra le due compagnie per la pubblicazione (su YouTube) di clip video di artisti della Universal, a cominciare dagli U2. Vevo, recita la nota ufficiale, sarà lanciato entro la fine di quest'anno e a battezzarlo in videoconferenza sono stati i massimi vertici delle due società, il Chairman e Ceo di Universal Music Group Doug Morris e il pari grado di Mountain View Eric Schmidt. L'intento, scontato, è quello di aumentare il traffico Internet sul sito di YouTube e con esso gli introiti (che verranno divisi a metà) generati dagli annunci pubblicitari ospitati sui due siti. Per gli utenti la possibilità di fruire i contenuti con il copyright di Universal non sarà troppo diversa da quanto non avvenga già ora: video professionali in versione integrale, contenuti generati dagli artisti ed anche contenuti generati dagli utenti ospitati su YouTube saranno infatti accessibili esclusivamente attraverso Vevo.com e dal nuovo canale (su YouTube) a questo dedicato.
Le aspettative delle due compagnie sono ovviamente alte e Morris in particolare si è lasciato andare a un proclama non da poco: «Siamo convinti che al momento del lancio Vevo avrà già più traffico di qualsiasi altro sito di video musicali degli Stati Uniti e del mondo». Una dichiarazione ad effetto buona per sancire il fatto che i video, nell'ambito dei formati di Web advertising, è il nuovo media per eccellenza ed è su questo che vanno indirizzati gli investimenti pubblicitari. Vevo, sempre secondo Morris, è in poche parole «un servizio dal potenziale elevatissimo», il canale migliore per la distribuzione di clip musicali al grande pubblico e uno strumento che potrà dare benefici a tutti gli attori coinvolti, dagli artisti alla casa discografica, dagli inserzionisti ai content e technology provider. Si parte in ogni caso da una certezza: il canale di Universal è quello più visitato su YouTube con circa quattro miliardi di «views» ma non è scontato che un sito ad hoc dedicato ai video musicali possa fare il pieno di traffico e pubblicità o essere per lo meno un ulteriore generatore di audience.
Schmidt, da parte propria, non ha mancato di sottolineare l'importanza della tecnologia nell'evoluzione dell'industria musicale soprattutto per ciò che concerne le modalità di fruizione della stessa dai consumatori. Il Ceo di Google ha anche detto che Vevo non sarà un caso isolato, confermando di fatto prossime nuove simili iniziative sui generis; la strategia di alleanze di peso con i colossi dell'entertainment è ormai una componente chiave per lo sviluppo di YouTube e l'accordo più che probabile con Sony Picture per i film della major ne è solo l'ultimo illustre esempio.