Smartphone e internet device Nokia con tecnologia Intel? E persino un netbook alla finlandese? No, non è più un'ipotesi. Il gigante di Santa Clara ha siglato con il colosso dei cellulari un accordo di collaborazione a lungo termine, teso allo sviluppo di una nuova generazione di dispositivi mobili basati su tecnologia Intel.
L'obiettivo è offrire la potenza dei pc anche nei device portatili. Nel mirino dunque non solo smartphone, netbook e netbook, ma anche la definizione di un'inedita piattaforma mobile più avanzata delle attuali e la creazione di hardware, software e servizi Internet mobili innovativi. In pratica Intel e Nokia hanno deciso di disegnare insieme il futuro del mobile.
La partnership ha una portata considerevole per l'industria digitale e potrebbe, infatti, rappresentare l'inizio di un cambiamento irreversibile nel mercato hi-tech. Una vera rivoluzione per Nokia e per Intel i cui chip fanno funzionare l'ottanta percento dei personal computer del mondo. Rappresenta per la casa americana Intel l'opportunità di entrare, anzi di rientrare, nel crescente mercato degli smartphone e dei Mid, ovvero dei Mobile Internet device. Nokia in virtù dell'accordo è pronta a produrre non solo smartphone "Intel inside", ma si appresta anche a entrare in un nuovo mercato: proprio quello dei pc bonsai, un settore in forte crescita che in meno di due anni, dal lancio dell'Eee pc di Asus, ha rivoluzionato il personal computing e il mondo mobile. E i rumors di un possibile ingresso di Nokia in questo settore c'erano da tempo.
Un netbook made in Finland, con tecnologia Intel non è più un miraggio. Non a caso il patto verte anche sul software open source con l'obiettivo di sviluppare tecnologie comuni da utilizzare per i progetti di piattaforme Moblin e Maemo. Il pc bonsai di Nokia avrà dunque un sistema operativo Linux e un cuore intel.
Per il costruttore californiano l'accordo ha il sapore del ritorno visto che ha lavorato per circa 10 anni all'obiettivo di lasciare la propria impronta nel mercato dei telefonini e dei palmari. Nel 2006 l'amministratore delegato Paul Otellini, ritenendo di essere in ritardo sul mercato, aveva stracciato l'investimento da 5 miliardi di dollari nei chip per dispositivi mobili voluto dal suo predecessore, cancellando così la produzione dei chip xScale, ceduti poi alla Marvel. Successivamente il manager è tornato a puntare sulla telefonia mobile, nel tentativo di estendere le attività di Intel oltre i confini dei computer, che per l'azienda oggi rappresentano il 90% del fatturato. E ora Intel con il piccolo chip Atom si è trovata fra le mani - forse inaspettatamente - l'arma vincente per i netbook.