Ormai è una corsa a chi lo fa più ecologico: i data center, i grandi centri dove operano centinaia di server su cui girano enormi volumi di dati e milioni di pagine Internet, sono coinvolti in una sfida che chiama in primis le più importanti aziende tecnologiche a ridurre in modo sensibile le emissioni nocive e i consumi di energia. L’ultimo esempio in tal senso porta la firma di T-Systems, la divisione che si occupa di servizi It e di telecomunicazioni in seno a Deutsche Telekom, e di Intel. Le due compagnie hanno infatti messo a fattor comune le rispettive competenze in materia e dato vita a Monaco al progetto DataCenter 2020(, votato alla realizzazione di un centro di elaborazione dati realmente “green”, finalizzato in particolare a raggiungere livelli assai elevati di efficienza energetica. L’obiettivo sottoscritto dalla due società è per l’appunto quello di redigere un piano per lo sviluppo e la gestione di un data center del futuro, fortemente orientato al rispetto ambientale e alla limitazione dei consumi (e quindi dei costi).Stando alle indicazioni fornite dai portavoce di T-Ssytems in una nota, la cosiddetta Power Usage Effectiveness (Pue) sarà pari a un fattore di 1,3 rispetto a una media attuale (il dato si riferisce ai centri raffreddati con sistemi a ricircolo dell’aria) che varia tra 1,7 e 1,8. La Pue rappresenta l’indice dell’energia totale consumata in un data center per garantire l’operatività dei server e degli apparati It ed è una misurazione stabilita dal consorzio Green Grid per dare alle aziende un’indicazione sullo stato di efficienza energetica dei loro centri. Più basso è questo indice, maggiore è l’efficienza. La struttura progettata da T-Systems – che ha investito in questa iniziativa circa 10 milioni di euro - e Intel per DataCenter 2020 nascerà anche in funzione di uno specifico studio di ottimizzazione degli spazi dove prenderanno posto 180 server, un ambiente per i test di circa 70 metri quadrati e i sistemi di refrigerazione.